Martire del II secolo, santa Flavia Domitilla, subisce la persecuzione e l’uccisione in quanto cristiana da parte della sua famiglia pagana.
Anche dalla propria famiglia può arrivare la più feroce incomprensione e avversione per aver abbracciato la fede cristiana: è la storia di santa Flavia Domitilla, che si ricorda oggi 7 maggio. Martire per la fede, la sua vita si colloca sul finire del I secolo.
Come spesso accade per quanto riguarda i santi dei primissimi secoli, le informazioni sono molto poche, e talvolta rientrano nell’ambito della leggenda. Anche su santa Flavia Domitilla, infatti, esiste una Passio del V secolo, che però è considerata altamente leggendaria.
Le notizie più certe e storicamente attendibili su di lei arrivano dallo storico Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica e da Dione Cassio nella Historia romana.
Santa Flavia Domitilla apparteneva alla famiglia imperiale perchè faceva parte della dinastia dei Flavi. Era nata intorno all’anno 60, figlia di Flavia Domitilla, sua madre, la quale era figlia dell’imperatore Vespasiano.
La madre morì quando lei aveva solo 9 anni e arrivata all’età della giovinezza fu data in matrimonio al cugino Tito Flavio Clemente che era il nipote di Tito Sabino, un fratello di Vespasiano. Non si sa esattamente in che modo venne a contatto con il cristianesimo, dal momento che era nata e cresciuta in un ambiente totalmente pagano.
Fatto sta che si convertì e pagò le conseguenze di questo dando la vita pur di non rinnegare Cristo. Eusebio di Cesarea fa menzione del suo martirio e narra che ““insieme con numerose altre persone fu deportata nell’isola di Ponza per avere confessato Cristo“.
Era il tempo dell’impero di Domiziano e della relativa persecuzione ai cristiani, quando anche Flavia Domitilla dovette rispondere della sua fede. Fu accusata di aver abbandonato il culto agli idoli pagani, e quindi di ateismo.
Ciò che non si tollerava è che avesse abbracciato quella fede che risultava così incomprensibile e irritante per i pagani. Così, dalla persecuzione si passò alla condanna a morte. Prima le furono confiscati tutti i suoi beni e poi le spettò la tortura fisica. Fu esiliata nell’isola di Pandataria, oggi Ventotene e poi condotta al martirio.
Secondo Dione Cassio “l’imperatore Domiziano tolse la vita, con molti altri, anche a Flavio Clemente, benché fosse suo cugino e avesse in moglie Flavia Domitilla, ella pure sua consanguinea“. Inoltre, anche i 7 figli di Flavia Domitilla subirono la stessa sorte.
La figura di Santa Flavia Domitilla, mancando informazioni storiche certe e dettagliate, finì per essere oggetto di confusione con un’altra donna. Fu, poi, Cesare Baronio a stabilire che effettivamente erano esistite due donne con lo stesso nome, o molto simile, ma che si trattava di due figure ben distinte, con due storie ovviamente diverse.
Le ricostruzioni storiche avvenute nel corso dei secoli hanno fatto chiarezza e si è arrivati alla conclusione dell’identificazione delle due donne in una stessa persona. L’elemento decisivo per la comprensione e la risoluzione di questo mistero fu il ritrovamento di un’iscrizione che si conserva sulla parete di fondo della basilica dei Santi Nereo e Achilleo, situata sul viale delle Terme di Caracalla a Roma.
L’indicazione relativa alla figura di sant Flavia Domitilla arriva da Tazia Baucilla, la nutrice dei suoi sette figli, la quale riportava di aver ottenuto la concessione di un terreno per la sepoltura della sua signora.
A rendere omaggio a santa Flavia Domitilla è anche san Gerolamo che affermò di aver visitato le celle in cui aveva avuto luogo il suo martirio e la definì come “la più illustre donna del suo tempo”.
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