Oggi 6 settembre: San Zaccaria | Profetizza il Regno di pace del Messia circa 600 anni prima

San Zaccaria, profeta dell’Antico Testamento, annuncia il re-Messia che porterà la pace e il ritorno di Israele dall’esilio. 

La rinascita di Israele – che culmina nel regno del Messia – è il frutto dell’amore sconfinato di Dio.

Zaccaria profeta
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San Zaccaria è il profeta – il penultimo del Vecchio Testamento – che predice il ritorno del popolo di Israele dall’esilio nella terra promessa. Appartenente alla tribù di Levi e nato a Galaad, dopo Isaia è il profeta più citato nel Nuove Testamento.

Zaccaria – che non va confuso col padre di Giovanni Battista – inizia il suo ministero profetico contemporaneamente ad Aggeo, nel 520 avanti Cristo. Un ministero, il suo, che si svolge dunque dopo la conclusione dell’esilio babilonese (597-538 avanti Cristo), fino all’ultimazione del tempio di Gerusalemme, tema centrale delle sue esortazioni al popolo e più ancora in quelle di Aggeo.

Invito alla conversione e annuncio del Messia

Attraverso visioni e parabole richiama Israele alla penitenza, condizione perché si realizzino le promesse divine. «Così parla il Signore degli eserciti: Convertitevi a me, e io mi rivolgerò a voi».

Tra gli oracoli e le visioni di Zaccaria (che vuol dire «servitore di Dio») ci sono diversi brani messianici dove il profeta annuncia l’avvento di un re di pace. Come il brano del Germoglio che «ricostruirà il tempio del Signore» e «riceverà la gloria» (Zc 6, 13). «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina» (Zc 9, 9). Una prefigurazione di Cristo, che realizza l’annuncio del profeta nel suo ingresso trionfale a Gerusalemme, preludio della sua Passione e Morte.

L’asino simboleggia la natura pacifica del Messia: «Egli annuncerà la pace alle genti; il suo regno si estenderà dall’uno all’altro mare». La profezia indica non soltanto l’amore senza confini di Dio per il popolo di Israele, ma anche l’apertura verso le genti, che dopo la purificazione prenderanno parte al regno. Il profeta preannuncia anche l’Eucarestia: «Quale felicità, quale bellezza! Il frumento darà vigore ai giovani e il vino dolce alle fanciulle».

Il profeta si fa portavoce dello sdegno di Dio verso i falsi pastori e anche verso le pecore che si sono «tediate di me», malgrado Dio avesse usato loro misericordia nel guidarle. Zaccaria fa pure riferimento ai trenta sicli d’argento con cui «i mercanti di pecore» pesano la parola di Dio (Zc 11, 12-13), il medesimo prezzo del tradimento di Giuda nei confronti di Cristi.

Giudizio e Regno di Dio

Il libro di Zaccaria abbonda negli ultimi capitoli di profezie su Israele che trovano il loro apogeo nell’annuncio di conversione a Cristo: «Guarderanno a colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito» (Zc 10, 12). Vi sono poi le immagini apocalittiche, con la presentazione del Giorno del Giudizio (quando «il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda», Zc 14, 4). Allora «verrà allora il Signore, mio Dio, e con lui tutti i suoi santi» e «sarà re di tutta la terra e ci sarà il Signore soltanto, e soltanto il suo nome.» (Zc 14, 5-9).

In vecchiaia Zaccaria ritorna in Palestina dalla Caldea in Palestina, dove avrebbe compiuto diversi prodigi e profetizzato sulla fine del mondo e il giudizio divino. Dopo la morte, giunta in tarda età, Zaccaria stato sepolto a fianco della tomba del profeta Aggeo.

 

 

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