Il Giovedì Santo, primo giorno del Triduo Pasquale, ci prepara ai misteri della Passione di Gesù.
Si richiama quanto vissuto dal Salvatore alla vigilia della morte in croce. Durante l’Ultima Cena il Signore istituisce l’Eucarestia e il Sacerdozio ministeriale. E con la lavanda dei piedi ai discepoli rivela il significato profondo dell’amore: il servizio.
Durante il Giovedì Santo la liturgia prevede la Messa crismale celebrata la mattina nella cattedrali, dove il vescovo provvede a consacrare solennemente gli oli santi (in particolare il Sacro Crisma). Il tardo pomeriggio o la sera ha luogo invece la Coena Domini (la Cena del Signore), con la quale ha inizio effettivamente il Triduo che troverà il suo apice nella Veglia Pasquale.
La Messa in Coena Domini commemora l’Ultima Cena di Cristo con gli apostoli. Il Vangelo ci propone l’episodio della lavanda di Gesù ai discepoli. È la sera in cui il Redentore, cenando per l’ultima volta insieme ai discepoli, spezza il pane e versa il vino come segno della sua integrale donazione, col suo Corpo e col suo Sangue, come poi avverrà letteralmente con la sua crocifissione.
Il colore liturgico del Giovedì Santo è il bianco, segno di gioia, purezza e innocenza. La Messa in Coena Domini non si conclude col saluto finale «Andate in pace», ma in silenzio.
Il Giovedì Santo non si recita la preghiera del Credo ma, al tempo stesso, ha luogo la lavanda dei piedi con dodici persone scelte tra i fedeli che, in nome dei dodici Apostoli, riceveranno dal sacerdote (in vece di Gesù) la pulizia dei piedi.
Al termine della Messa vespertina del Giovedì Santo, l’Eucaristia rimane conservata nell’altare della reposizione (in genere invece il resto della chiesa resta al buio e anche le campane tacciono). Presso quell’altare i fedeli potranno adorare il Santissimo Sacramento fino al pomeriggio del Venerdì Santo, meditando sui misteri della Passione.
Perché il Triduo pasquale inizia giovedì sera? Per due ordini di motivi almeno.
Un primo motivo è che secondo gli ebrei il giorno ha inizio già la sera precedente. Per questo motivo, sul piano liturgico solennità e domeniche si celebrano coi Vespri del giorno precedente.
Il secondo motivo è che l’Ultima Cena del Signore anticipa sacramentalmente il dono di sé che Gesù farà sulla croce. Seguendo la legge e l’uso ebraico, il Salvatore celebra coi propri discepoli la festa di Pasqua, per ricordare la liberazione d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto.
Durante l’Ultima Cena Gesù istituisce l’Eucaristia, sacramento di salvezza, e il sacerdozio ministeriale. Compie anche il gesto che più rivela il significato profondo di quanto ha appena celebrato: la lavanda dei piedi, simbolo di servizio e amore. Un gesto compiuto dagli schiavi che lavavano i piedi dei padroni e dei loro ospiti, ripulendoli così dalla polvere della strada che li copriva.
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