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Oggi 4 maggio: San Ciriaco di Gerusalemme. Scioccante scoperta dei medici sulla sua salma

Vescovo e martire, San Ciriaco di Gerusalemme è venerato fin dal Medioevo in Italia dove sono conservate alcune sue reliquie. 

Secondo un’agiografia di San Ciriaco, avvolta in un’aura leggendaria, sarebbe nato a Gerusalemme dalla profetessa Anna, con il nome di Giuda. Una volta cresciuto divenne rabbino della sinagoga locale. Ma secondo un’altra tradizione è un personaggio di epoca successiva e si riporta il suo martirio verso l’anno 135.

San Ciriaco di Gerusalemme – photo web source – lalucedimaria.it

Le informazioni circa la sua vita sono incerte e lacunose anche perché le versioni sono discordanti tra di loro. Un’altra narrazione vede la sua figura legata a quella dell’imperatrice Elena, madre di Costantino. Nel 326 l’imperatrice, divenuta cristiana, si era recata nella Città Santa per cercare la Croce dove Gesù Cristo era stato crocefisso. Scoperto che che il rabbino Giuda, nipote di Zaccheo, sapeva dove si trovava il luogo preciso in cui la Croce era conservata,andò da lui per avere questa informazione.

Vescovo di Ancona, che conserva le sue reliquie

Sembra però che il rabbino Giuda foss restio a rivelare questa informazione così importante. Forse per questo fu torturato, anche se non si ha certezza che questo corrisponda a verità o rientri solo nell’ambito della leggenda. Dopo  sei giorni in cui venne lasciato in una cisterna vuota in totale digiuno, si decise a rivelare  all’imperatrice tutto ciò che sapeva. Disse perciò dove si trovava la Croce e il 3 maggio 326 essa fu  rinvenuta. Contemporaneamente Giuda si convertì al cristianesimo e venne battezzato con il nome di Ciriaco. 

San Ciriaco di Gerusalemme – photo web source – lalucedimaria.it

In greco il nome Ciriaco vuol dire “dedicato al Signore“. Dopo la sua conversione Ciriaco sarebbe andato in Italia e si sarebbe fermato ad Ancona dove divenne vescovo. Successivamente, dopo un lungo periodo in cui svolse il suo episcopato mentre faceva un pellegrinaggio sui luoghi santi cadde vittima delle persecuzioni ai crisitani e fu martirizzato. Le date però non coinciderebbero, perchè l’epoca delle persecuzioni era precedente a quella costantiniana e viene riportata come data del martirio il 135. 

Secondo quanto afferma un’ulteriore tradizione Ciriaco non sarebbe mai giunto in Italia ma le sue reliquie sarebbero state trasportate ad Ancona nel V secolo per volontà di Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio.

Il culto a San Ciriaco e il suo corpo incorrotto

Oggi quelle reliquie si trovano nella cattedrale della città abruzzese, dove Ciriaco insieme a Santo Stefano, a cui era precedentemente intitolata la chiesa, sono raffigurati in due plutei marmorei dell’XI secolo.  La città eleggerà San Ciriaco come suo patrono principale, e la sua immagine sarà poi incisa anche sulle monete.

San Ciriaco di Gerusalemme – photo web source – lalucedimaria.it

La tradizione improntata alla devozione a San Ciriaco continua acnora oggi. Nel giorno della sua festa ai fedeli vengono distribuiti mazzolini di giunchi benedetti. Questo avviene come un rimando ad una leggenda secondo cui la cassa con i resti di Ciriaco arrivò galleggiando sulle onde e poi grazie ad una corda realizzata con dei mazzi di giunchi attorcigliati, si riuscì a trasferirla sulla terraferma tirandola con la forza delle braccia. La memoria liturgica di San Ciriaco è stata fissata al 4 maggio in relazione al ritrovamento della Croce di Cristo avvenuta in quei giorni, il 3 o il 4.

A seguito del terremoto che nel 1972 colpì Ancona,  fu effettuata una ricognizione delle reliquie del Santo e furono trovate incorrotte dopo 1700 anni. Il risultato fu dopo accurati studi medici che riscontravano che la salma presentava segni di atroci torture.

Romana Cordova

Laureata in Lettere moderne e specializzata come docente di lingua italiana a stranieri amo scrivere e occuparmi di lifestyle con particolare riferimento all'ambito della gastronomia. Sono autrice di un libro di cucina e tradizioni cattoliche, tema che per diversi anni ho approfondito anche in una trasmissione radiofonica.

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Romana Cordova

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