Oggi 31 maggio è la Visitazione di Maria a Elisabetta: il primo riconoscimento del Salvatore

L’ultimo giorno di maggio si ricorda la Visitazione della Beata Vergine Maria alla cugina Elisabetta, quando avviene il primo riconoscimento del Signore nel grembo materno e c’è l’inno del Magnificat.

Visitazione della B.V.Maria alla cugina Elisabetta
Visitazione della B.V.Maria alla cugina Elisabetta – lalucedimaria.it

Il mese di maggio è dedicato alla Madonna e al termine di questo tempo, il 31, si commemora la Visitazione della Beata Vergine Maria alla cugina Elisabetta. L’incontro tra le due donne, entrambe miracolosamente in stato di gravidanza, è raccontato dal Vangelo di Luca (1,39-55).

Si tratta dell’episodio evangelico in cui la Madonna pronuncia in assoluto più parole. Dopo la visita dell’Angelo e il concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo, Maria apprende che anche la cugina Elisabetta, che era in età avanzata e aveva atteso per tanti anni il dono di un figlio ora aspettava miracolosamente un bambino.

Così, Maria, in tutta fretta si reca dalla sua casa di Nazareth in Galilea verso la Giudea, in una città chiamata Ain-Karim a pochi kilometri a occidente di Gerusalemme, per andare a far visita e prestare aiuto alla parente.

Oggi 31 maggio: Visitazione della Beata Vergine Maria

Arrivò lì che Elisabetta era incinta di 6 mesi. Nel momento del suo arrivo accadde qualcosa di importante: il primo riconoscimento del Figlio di Dio. L’evangelista scrive infatti che appena la vide Elisabetta fu piena di Spirito Santo e disse: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?  Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.

Il piccolo Giovanni Battista nel grembo di sua madre ha riconosciuto ed esultato di gioia alla presenza del Figlio di Dio. Anche Elisabetta lo riconosce e chiama Maria “la madre del mio Signore”.

La Madonna risponde a questo riconoscimento elevando un inno di lode e di giubilo. È il famoso Magnificat, peraltro il maggior numero di parole da lei pronunciate in tutto il Vangelo. In questo inno di lode e di esultazna magnifica la grandezza del Signore.

La un’importante profezia: rivela che tutte le generazioni la chiameranno beata, così come di fatti avviene. Lei che ha mostrato umiltà. Prosegue con l’enumerare un susseguirsi grandi opere che Dio, l’Onnipotente ha compiuto.

Nella sua infinita misericordiaha disperso i superbi nei pensieri dei loro cuori, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umini, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Isreaele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre“.

Tradizione antica

La memoria della Visitazione della Beata Vergine Maria prende origine da una tradizione molto antica. Di origine bizantina, nel XIII i frati francescani ripresero questa usanza. Si sa anche che nel XII secolo veniva celebrata con il titolo di Madonna delle Grazie.

All’origine più che una festa con riferimento specifico al testo dell’evangelista Luca, si trattava di una memoria che prendeva con diversi nomi che facevano riferimento al maphorion o omophorion cioè il “manto o velo o veste” della Vergine. Era quello che usava per coprirsi il capo e le spalle, e che fu custodito nel santuario di Blacherne a Costantinopoli.

Fu  papa Urbano VI nel 1389 a istituirne la festa. All’epoca lo fece con uno specifico intento: voleva infatti mettere fine al Grande Scisma che c’era e per questo chiedeva l’intercessione della Madonna anche con questo atto. Aveva fissato la data al 2 luglio. Con la riforma liturgica del Concilio Vaticano II venne fissata la data al 31 maggio.

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