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Oggi 30 aprile, San Giuseppe Benedetto Cottolengo: il suo grande cuore per gli ultimi

Sacerdote che, con l’aiuto di Dio, ha accolto poveri ed emarginati, fondando una casa Accoglienza nelle vicinanze di Torino. È il fondatore delle “Piccole Case della Divina Provvidenza”, luoghi di accoglienza per coloro che vengono rifiutati da tutti.

Sin da bambino ha sempre accolto e aiutato i bisognosi, facendo di questo gesto il perno principale della sua vita.

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30 aprile: Giuseppe Benedetto, il santo degli emarginati

In questo trentesimo giorno del mese di aprile, la chiesa venera San Giuseppe Benedetto Cottolengo. I Cottolengo sono di origini provenzali in quanto il nonno Giuseppe si era trasferito a Bra da Saint-Pons, presso Barcelonnette.

Famiglia di intraprendenti mercanti di stoffe, la loro abilità negli affari viene tramandata anche allo stesso Giuseppe Benedetto, che infatti si dimostra tutt’altro che sprovveduto nella gestione economica della sua opera.

E’ la devotissima madre, originaria di Savigliano, a impartirgli i principi della vita cristiana. La sua adolescenza viene condizionata dai tragici eventi legati alla Rivoluzione francese e dalla successiva invasione del Piemonte da parte dei soldati francesi di Napoleone I.

L’ispirazione da San Vincenzo De Paoli

Con il declino di Napoleone e l’avvicinarsi del periodo della Restaurazione può riprendere gli studi teologici nel 1814 a Torino, fino al raggiungimento della laurea. Nel 1818 viene chiamato nella congregazione dei Canonici del Corpus Domini. Col trascorrere del tempo emerge nel Cottolengo una profonda insoddisfazione e, la meditazione della biografia di san Vincenzo de’ Paoli, lo conduce ad una maturazione della sua dimensione umana e spirituale.

La sua intuizione ha origine il 2 settembre 1827 quando a Torino viene chiamato al capezzale di una donna francese al sesto mese di gravidanza, affetta da tubercolosi e morente.

E’ stata portata dal marito in più ospedali torinesi, ma in nessuno è stata accettata per il ricovero perché le inevitabili perdite di sangue avrebbero potuto innescare un’epidemia tra le altre madri e i neonati.

La sofferenza di una donna: per lui, tutti devono essere aiutati

Di fronte alla tremenda agonia della giovane, lasciata morire in una misera stalla circondata dal dolore dei suoi figli piangenti, il Cottolengo sente l’urgenza interiore di creare un ricovero dove possano essere accolti e soddisfatti i bisogni assistenziali che non trova risposta altrove. Con l’aiuto di alcune donne, il 17 gennaio 1828 apre nel centro di Torino il “Deposito de’ poveri infermi del Corpus Domini”.

Dopo tre anni, in seguito ai timori di un’epidemia di colera, il governo gli ordina di chiudere il ricovero. Sì trasferisce in Borgo Dora, dove il 27 aprile 1832 fonda, con l’aiuto del dottor Lorenzo Granetti, quella grande realtà tuttora esistente, la “Piccola Casa della Divina Provvidenza”, più comunemente conosciuta col nome del suo fondatore: il Cottolengo.

Dà inoltre vita ad alcune famiglie religiose: l’Istituto religioso delle suore, i fratelli e la società dei sacerdoti a lui intitolati.

Preghiera a San Giuseppe Benedetto Cottolengo

O san Giuseppe Cottolengo, che tanta pietà mostraste in terra verso gli sventurati, abbiate pietà di me e ottenetemi la grazia… (chiedere la grazia) di cui ho tanto bisogno.

Pater, Ave, Gloria

O san Giuseppe Cottolengo, che in terra vi dedicaste con tanta sollecitudine al sollievo di ogni miseria, abbiate pietà di me, ed ottenetemi la grazia… di cui ho tanto bisogno.

Pater, Ave, Gloria

O san Giuseppe Cottolengo, volgete sopra di me uno sguardo di misericordia; vedete come sono gravi le mie necessità e come è grande il mio dolore. Oh! Perorate voi la mia causa, voi in cui io tanto confido, ed ottenetemi la grazia… di cui ho tanto bisogno.

Pater, Ave, Gloria

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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