Oggi 3 settembre è San Gregorio Magno: chiamato il “grande” per le sue opere in un periodo buio

Dottore della Chiesa, San Gregorio Magno fu un pontefice che ricevette l’appellativo di “grande” per le importanti imprese che condusse e per le sue eccellenti doti.

San Gregorio Magno
San Gregorio Magno – lalucedimaria.it

Le grandi qualità di San Gregorio Magno, che si commemora oggi 3 settembre, gli sono riconosciute proprio con l’appellativo di ” Magno”. L’epoca in cui visse è la fine del VI e la prima metà del VII scolo, un tempo in cui c’erano numerosi conflitti di natura economica, che ovviamente si ripercuotevano in maniera nociva e dannosa sulla società. Anche la Chiesa non viveva un bel momento.

San Gregorio Magno faceva pare della nobile famiglia che proveniva dagli Anicia. Aveva un’appertenenza comune a San Benedetto.

Santo di oggi 3 settembre: San Gregorio Magno

I suoi genitori erano altrettanto santi, soprattutto la madre, che, infatti, era Santa Silvia, mentre il padre si chiamava Gordiano. Da giovane, per seguire i desideri del padre, San Gregorio aveva intrapreso gli studi per diventare prefetto della città, cosa che difatti avvenne. Non aveva ancora 32 anni e aveva già fatto una brillante carriera in ambito amministrativo.

Ma poi ad un certo punto ci fu una svolta nella su avita: una converisone radicale e profonda gli fece comprendere quale fosse la sua vera vocazione e perciò decise di lasciare la vita nel mondo e abbracciare quella religiosa ritirandosi in un monastero benedettino intitolato a Sant’Andrea.

Visse i primi anni da monaco nella contemplazione dedicandosi molto allo studio approfondito delle Sacre Scritture e delle opere dei Padri della Chiesa. Praticava un ascetismo che comprendeva uno stile penitenziale fatto di digiuni e rinunce.

Uomo dotto e stimato

Godeva di molta stima dai suoi contemporanei tanto che ebbe il ruolo di apocrisario alla corte di Costantinopoli dove cercò per 6 anni di contrastare l’avanzata e la minaccia dei longobardi. Divenne papa dopo la morte di papa Gregorio a causa della peste nel 590. La sua nomina fu voluta non solo dal clero, ma ricevette l’appoggio anche dei potenti del mondo civile.

Per umiltà e certamente timore del grande ruolo che gli era stato affidato, in un primo momento non voleva accettare e scappò via. Ma poi per fare il volere di Dio decise di far ritorno e di abbracciare pienamente quella immensa responsabilità.

Sotto il suo pontificato sono molte le opere degne di nota, tra cui è da menzionare l’avvenuta conversione dei Visigoti dall’arianesimo, una grazia di cui San Gregorio Magno fu certamente intercessore e che favorì con la sua attività concreta.

Le opere del suo pontificato

Per riportarli sulla retta via aveva mandato Sant’Agostino di Canterbury a compiere una missione che rivelò di grande successo. Il nome di San Gregorio Magno è legato alla liturgia in quando si dedicò ampiamente a promuovere una nuova forma di canto liturgico, quella che appunto prende il suo nome.

Inoltre, scrisse diverse opere di gran pregio. Compose oltre 800 lettere e soprattutto  si ricordano le Omelie sui Vangeli, i Dialoghi, la Regola pastorale. L’ opera che è ritenuta il suo capolavoro sono  i Moralia in Iob: si tratta di un’esegesi del Libro di Giobbe, che in seguito, come ebbe modo di far notare papa Benedetto XVI, nel Medioevo quest’opera era così importante tanto da esser considerata a tutti gli effetti come una sorta di summa della morale cristiana.

Morì a Roma in vaticano il 12 marzo 604, ma la sua memoria liturgica ricorre il 3 settembre in riferimento al giorno della sua ordinazione, come ricordaro dal Martirologio Romano.

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