Oggi 29 febbraio: Beata Antonia da Firenze. Il suo corpo è incorrotto da 600 anni

Vedova e poi badessa, la Beata Antonia da Firenze dedicò la vita agli altri ed è grande il mistero del suo corpo rimasto intatto.

La figura della Beata Antonia da Firenze si colloca nel XV secolo nella città toscana. Proprio a Firenze infatti nacque Antonia intorno al 1400. Da giovane fu moglie e madre. Rimasta vedova in giovane età si oppose alla sua famiglia che voleva che riprendesse marito e fece una scelta diversa.

Beata Antonia da Firenze – photo web source

La sua vocazione era quella di dedicarsi alla vita religiosa. La avvertì chiaramente dopo esser venuta a contatto con il francescanesimo che si stava diffondendo ad opera di San Bernardino da Siena che infiammava le folle con le sue prediche nelle piazze. Nel 1425 Antonia ascoltò alcune sue prediche e sentì la chiamata di Dio per lei.

Dopo alcuni anni in cui sistemò faccende di ordine pratico, entrò a far parte delle terziarie francescane fondate dalla Beata Angiolina da Marsciano, che era stata anche lei una vedova. Si ritirò quindi nel convento fiorentino di sant’Onofrio. Poi però, per il suo carisma, dopo la sua professione solenne fu mandata a Foligno, nel monastero più antico dell’Ordine.

La conversione del figlio e la fondazione di un monastero

Poi Antonia si trasferì all’Aquila e resse per 14 anni come badessa il Monastero di Sant’Elisabetta che era stato fondato dalle terziarie francescane. Prima era stata, dal 1430 al 1433, badessa del Monastero di Sant’Anna a Foligno. Guidò amorevolmente il convento aquilano e si adoperò affinché la comunità crescesse secondo i precetti del Vangelo. Il suo desiderio però era dedicarsi totalmente alla vita contemplativa.

Santo del 29 febbraio: Beata Antonia da Firenze
Beata Antonia da Firenze – photo web source

Rimaneva una madre e nel suo cuore c’era una grande preoccupazione: il figlio crescendo conduceva una vita sempre più disordinata e mondana e aveva dilapidato il suo patrimonio. Solo dopo diversi anni e sicuramente la sua costante preghiera il figlio, Battista, si convertì e divenne un frate francescano nel convento di Campli, dove conduceva una vita retta ed esemplare.

Spinta dall’intenzione di dirigere la sua vita spirituale verso una forma più rigorosa di contemplazione Antonia abbandonò il Terz’Ordine francescano e abbracciò la Regola di Santa Chiara d’Assisi. Nel 1447, sostenuta e indirizzata da San Giovanni da Capestrano fondò a L’Aquila il Monastero dell’Eucaristia detto anche del Corpo di Cristo, costituito inizialmente da 13 consorelle e di cui divenne badessa.

Già durante la sua vita si diffondeva la sua fama di santità e questo suscitò anche l’attrazione di numerose ragazze che seguivano il suo esempio ed entravano nel monastero. Ci fu quindi un fiorire di vocazioni religiose nonostante molte difficoltà economiche costrinsero le monache a vivere in povertà. Antonia stessa spesso si fece questuante.

Il corpo trovato incorrotto

Negli ultimi 7 anni della sua vita lasciò il suo ruolo di badessa e si ritirò per dedicarsi in modo totale ed esclusivo alla contemplazione ed al silenzio. In quegli anni era afflitta da una misteriosa piaga alla gamba che teneva nascosta alle consorelle. Morì poi, la sera del 29 febbraio 1472 e la sua morte fu subito accompagnata da eventi miracolosi.

Santo del 29 febbraio: Beata Antonia da Firenze
Beata Antonia da Firenze – photo web source

Ancor prima che venisse sepolta, una monaca che era malata e soffriva per alcune piaghe, avvicinatosi al suo corpo guarì. Le spese del funerale furono sostenute dai magistrati della città data la fama di santità che girava su di lei. Un grande prodigio riguarda il suo corpo dopo la morte. Già 15 giorni dopo, quando le consorelle la disseppellirono perché volevano vederla, trovarono che il suo corpo non era affatto cambiato e sembrava esattamente come al momento del passaggio.

Ci fu una ricognizione del corpo nel 1477 disposta dal vescovo era stato constatato lo stato di perfetta conservazione. La beatificazione di Antonia da Firenze avvenne 1848 e fino al 2006 il suo corpo incorrotto ha riposato nella Chiesa del Monastero dell’eucaristia all’Aquila. Successivamente è stato trasferito nel monastero delle clarisse di Santa Chiara a Paganica.

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