Oggi 27 giugno: San Cirillo d’Alessandria. Difende la Madre di Dio da una pericolosa eresia

Il Santo onorato oggi fu un battagliero Vescovo dei primi secoli che spese le sue energie per difendere la Beata Vergine Maria.

L’intrepido difensore della Madre di Dio aveva ben capito che certi sofisticati bizantinismi smantellavano uno dei dogmi fondamentali del Cristianesimo.

Santo del 27 giugno: San Cirillo d’Alessandria
San Cirillo d’Alessandria (27 giugno) – photo web source

Cirillo può essere considerato a tutti gli effetti il «Dottore dell’Incarnazione».

Oggi la Chiesa onora San Cirillo d’Alessandria (o Cirillo Alessandrino), vescovo e Dottore della Chiesa del V secolo che fu strenuo difensore della maternità divina della Vergine Maria. La sua gloria maggiore e l’importanza dottrinale dipendono infatti dalla grande controversia che contrappose la Chiesa di Alessandria in Egitto, di cui Cirillo era Vescovo, e la Chiesa di Costantinopoli, di cui era Patriarca Nestorio.

Giudice e arbitro della contesa fu la grande Chiesa di Roma, con Celestino I. La disputa, come noto, si chiuderà col Concilio di Efeso, nel 431, e vide la vittoria di Cirillo o meglio, di Maria, proclamata solennemente Madre di Dio.

I fatti si svolsero i fatti essenzialmente così: Cirillo, fino allora Vescovo quasi sconosciuto,
prese parte alla controversia, attirandosi l’attenzione del mondo cristiano e il disprezzo dei Nestoriani che presero a dileggiarlo chiamandolo perfino «faraone». Ma Cirillo attirò anche l’entusiasmo e l’ammirazione di tutti quelli che seguirono il Vescovo di Alessandra nella sua coraggiosa lotta in favore della Madonna.

In lotta contro l’eresia nestoriana

Nestorio negava infatti a Maria, la Madre del Salvatore, il titolo di Theotòkos, che significava appunto «Madre di Dio», e proponeva il semplice titolo di Christotékos, ovvero «Madre di Cristo».

Santo del 27 giugno: San Cirillo d’Alessandria
San Cirillo d’Alessandria (27 giugno) – photo web source

Quella che poteva sembrare una questione di lana caprina aveva invece delle profonde conseguenze teologiche. La proposta teologica di Nestorio staccava Gesù dall’umanità, della quale Madre Maria costitutiva il purissimo e fermo anello di congiunzione. In questo il Patriarca di Costantinopoli seguiva la tendenza della Chiesa orientale, che è sempre stata quella di trasformare di Gesù, e anche la Chiesa, in qualche cosa di superiore o di staccato dall’umanità. Al contrario la Chiesa occidentale, più fedele al dogma (e al fatto) dell’Incarnazione, ha sempre cercato di unire Cristo e la sua Chiesa alla vita e al destino di ogni uomo.

Cirillo si impegnò a fondo, coi suoi scritti, per contrastare il nestorianesimo e si appellò al Vescovo di Roma. Così Papa Celestino I affidò proprio a Cirillo la difesa della dottrina cattolica. «L’autorità della nostra sede – gli scrisse il Papa — vi è comunicata».

Cirillo trionfa con Maria a Efeso

Arrivò così il Concilio di Efeso, indetto dall’Imperatore di Costantinopoli, grande patrocinatore di Nestorio, che spalleggiava e del quale auspicava la vittoria. Nulla di cui stupirsi. Un Cristo “spiritualizzato”, quasi etereo e evanescente, che non si impicci troppo delle vicende di questo mondo e lasci campo ai poteri terreni, è da sempre la tentazione e il sogno delle potenze mondane.

Al contrario, a Efeso giganteggiò San Cirillo. Già aveva fulminato l’eresia nestoriana, quando a Efeso arrivarono i due legati pontifici e sanzionarono i decreti conciliari. Secondo questi decreti la Vergine Maria era la Madre di Dio, e a lei si dovevano i più alti privilegi e gli inni più sublimi.

Il trionfo di Maria coincideva così con quello del grande Vescovo Cirillo, che nella sua ferma difesa della maternità divina non accettò compromesso alcuno. I meriti del battagliero Vescovo alessandrino, la sua ferma difesa dell’ortodossia e la santità di vita, saranno riconosciuti piuttosto tardi in Occidente.

Solo sotto il pontificato di Leone XIII (1882) il suo culto sarà esteso a tutta la Chiesa latina e nella stessa data gli verrà conferito anche il più che meritato titolo di «dottore della chiesa».

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