Fondatore dell’Opus Dei, san Josemaria Escrivà de Balaguer ha ricordato come la santità passa per la per la sanitficazione del lavoro quotidiano di ognuno.

Il 26 giugno è la memoria liturgica di un grande santo del Novecento: san Josemaria Escrivà de Balaguer, il fondatore dell’Opus Dei. Ha il merito di aver ricordato come la santità si raggiunga attraverso la santificazione del lavoro quotidiano, nella vita di ogni giorno fatta di cose semplici e feriali.
Nasce a Barbastro, nel nord della Spagna, come secondo di sei figli. Suo padre era un commerciante di tessuti e sua madre era casalinga. Ha avuto un’educazione cristiana e tra l’infanzia e l’adolescenza ha assistito alla morte di tre sorelle e alla sofferenza della perdita del lavoro del padre.
Santo di oggi 26 giugno: San Josemaria Escrivàde Balaguer
Intorno ai 15 anni un evento rappresentò una chiamata per la sua vita futura. Dopo aver osservato le orme lasciate sulla neve da un carmelitano scalzo comprese che il Signore lo stava chiamando a compiere una particolare e grande missione. Sentì la vocazione al sacerdozio domandandosi: “altri fanno tanti sacrifici per Dio e per il prossimo, e io non sarò capace di offrigli nulla?”.
A 23 anni diventa sacerdote e poi qualche anno dopo riceve un’ispirazione mistica che gli fa sorgere l’idea di fondare l’Opus Dei. Sentiva che c’era una necessità di far comprendere come la santificazione passasse dalla vita quotidiana. Voleva che “i cristiani inseriti nel tessuto connettivo della società civile, con la loro famiglia, gli amici, il lavoro professionale e le loro nobili aspirazioni, comprendano che la loro vita, così com’è, può essere l’occasione di un incontro con Cristo, ed è pertanto una strada di santità e di apostolato“.
Era il 1928 quando riunisce alcuni laici in questo progetto e poi nel 1830 sorge anche il ramo femminile dell’Opera. Affronta il periodo della guerra civile spagnola durante il quale deve esercitare il suo ministero sacerdotale clandestinamente.
Un’ Opera che si espande
Mette come simbolo dell’Opus Dei una croce inscritta dentro un globo a significare che Gesù Cristo deve essere portato ovunque nel mondo. Questo simbolo gli era stato suggerito da una visione avuta il 14 febbraio 1943, mentre celebrava la Messa.
Nelle attività della vita comune, in ogni ambito lavorativo, in ogni contesto il cristiano è chiamato a vivere cristianamente e portare il Signore agli altri. Fonda anche la Società Sacerdotale della Santa Croce, attraverso la quale può incardinare i membri laici dell’Opera che ricevevano l’ordinazione e poi anche i sacerdoti diocesani.
L’Opus Dei conosce così una grande espansione. Poi, quando Escrivà si trasferisce a Roma, nel 1946, prosegue la diffusione di questo movimento. Nel frattempo scrive anche diverse opere di carattere teologico. Il suo scritto più celebre è Cammino, che nel corso del tempo ha visto una pubblicazione arrivata a oltre 5 milioni di copie. Si compone di 999 spunti per la meditazione che sono suddivisi in vari capitoli.
Nel prologo fornisce le indicazioni con cui accostarsi alla lettura: “Leggi adagio questi consigli. Medita con calma queste considerazioni. Sono cose che ti dico all’orecchio, in confidenza d’amico, di fratello, di padre. E queste confidenze le ascolta Dio. Non ti racconterò nulla di nuovo: intendo ridestare i tuoi ricordi per far emergere qualche pensiero che ti colpisca; così migliorerai la tua vita, ti avvierai per cammini d’orazione e d’Amore, e diverrai finalmente un’anima di criterio“.
Una spiritualità concreta e fattiva
Al centro della sua spiritualità c’è la convinzione che “la Croce bisogna issarla anche nelle viscere del mondo. Gesù vuole essere innalzato proprio lì: nel rumore delle fabbriche e delle officine, nel silenzio delle biblioteche, nel frastuono delle strade, nella quiete dei campi, nell’intimità delle famiglie, nelle assemblee, negli stadi… Lì dove un cristiano può spendere la sua vita onestamente, deve porre col suo amore la Croce di Cristo, che attrae a sé tutte le cose”, come scrive.
La fine della vita terrena arriva per lui il 26 giugno 1975 e dal 1992 le sue spoglie riposano nell’altare della chiesa prelatizia di S. Maria della Pace, nella sede centrale della Prelatura dell’Opus Dei. La canonizzazione arriva nel 2002. Al moemnto della sua morte l’Opus Dei era già diffusa in tutto il mondo e contava 60 mila componenti di 80 nazionalità diverse.