San Prospero di Aquitania è ricordato come un dotto che visse prima la vita coniugale, poi divenne monaco e collaboratore del pontefice San Leone Magno.

Oggi, 25 giugno, si ricorda la figura di San Prospero di Aquitania, filosofo e letterato vissuto tra la fine del IV secolo e la metà del V. Era nato a Limoges intorno al 390 e fece studi classici. Componeva poemi in versi e proprio da questi si deduce che negli anni della gioventù era stato sposato.
Quasi sicuramente, quindi, la moglie morì, perchè poi si hanno notizie di lui come monaco. Intraprese, dunque, questa vita nella vedovanza. Il Martirologio Romano ricorda che “condusse con la moglie una vita virtuosa e temperante” e che poi si fece monaco a Marsiglia.
Santo di oggi 25 giugno: San Prospero di Aquitania
Si sa che nel corso della sua vita san Prospero conobbe personalmente sant’Agostino e che prese le sue difese in alcune controversie. Difese soprattutto il pensiero agostiniano sulla dottrina della grazia. Nei monasteri di Marsiglia e della Provenza la tesi di Agostino veniva avversata. Prospero insieme al laico Ilario difesero la posizione che poi fu quella ufficiale della Chiesa.
Sant’ Agostino rispose ai due difensori della Gallia indirizzando loro due libri: erano il “De praedestinatione sanctorum” e il “De dono perseverantiae” che allora formavano una sola opera, l’ultima scritta dal grande Dottore della Chiesa prima della sua morte.
Poichè la difesa di Prospero e di Ilario non bastò a sedare gli oppositori i due decisero di recarsi a Roma per chiedere l’intervento diretto del papa Celestino I. Ne seguì una lettera papale ai vescovi della Gallia che si poneva in linea con il pensiero di Agostino.
Dotte opere e collaborazioni importanti
San Prospero si occupò di comporre numerosi scritti teologici per difendere la retta dottrina. Ebbe l’apprezzamento dei papi che si succedevano e diventò uno stretto collaboratore di papa San Leone Magno. Lo conobbe mentre il pontefice si trovava in Gallia e questo volle portarlo con sè e gli diede un importsante incarico nella cancelleria pontificia. Era circa il 440.
Di san Prospero si calcolano anche centinaia di opere in prosa tra commenti, sentenze, ma c’erano anche epigrammi ed esposizioni dottrinali in versi. Scrisse anche il “Chronicum integrum“, la cronaca universale dalle origini fino alla presa di Roma da parte di Gianserico.
Il suo pensiero si fece con il passare del tempo sempre più raffinato, perché studiava molto e approfondì anche la materia teologica tanto da diventare un ottimo teologo.
L’universalità della volontà salvifica di Dio e la predestinazione
Al centro delle sue riflessioni c’era appunto la dottrina della grazia approfondita già da sant’Agostino, circa l’universalità della volontà salvifica di Dio e la predestinazione. Il fulcro del pensiero è che Dio concede a tutti gli uomini la grazia sufficiente per salvarsi. Viene perciò negata in maniera ferma la teoria della predestinazione al peccato e alla perdizione eterna.
Si esclude così che la dannazione avvenga per volontà di Dio perché invece deriva dalle scelte della libera volontà umana. La sua morte è attestata per l’anno 463. Si hanno tracce di un culto in suo onore in un affresco che si trova nella basilica di S. Clemente a Roma.
Tuttora in buono stato di conservazione, questo affresco raffigura il santo con un’ aureola intorno alla testa, con i capelli tagliati a forma di corona dei monaci, e con addosso una tunica a maniche larghe stretta ai fianchi da una cintura.