Le sue prediche sono accese e accorate e arrivano al cuore di chi le ascolta. Sono tante infatti le conversioni che avvengono per suo tramite.
Frate francescano a cavallo tra XIV e XV secolo San Giovanni da Capestrano combatte le eresie di quel periodo con accese prediche. Abruzzese, San Giovanni nasce a Capestrano, una località tra i monti del Gran Sasso nel 1386. Sua madre è del luogo ma il padre è un barone tedesco e per questo viene soprannominato “Giantudesco”.
In gioventù si trasferisce a Perugia a studiare diritto e diventa un fine intellettuale. Si afferma come giurista e fa carriera, diventa anche governatore della città. Durante l’invasione dei Malatesta viene imprigionato ed è in carcere che avviene in lui una conversione e una chiamata.
Avverte la vocazione al sacerdozio ed entra nell’Ordine dei Frati Minori Francescani. Sviluppa l’arte della predicazione e si occupa particolarmente di difendere l’ortodossia cristiana che all’epoca era minacciata da diverse eresie.
Si dedica anche alla riforma interna dell’Ordine. Le sue prediche sono accese e accorate e arrivano al cuore di chi le ascolta. Sono tante infatti le conversioni che avvengono per suo tramite. San Giovanni opera alla ricerca di un rinnovo spirituale in un tempo in cui la corruzione era dilagante.
Predica e diventa “colonna dell’osservanza”
Conosce San Bernardino da Siena e ne diventa amico. Lo difende anche quando viene accusato di eresia per la sua devozione al Nome di Gesù condensata nell’acronimo IHS che significa “Gesù salvatore degli uomini“.
Lotta per smascherare il cosiddetto “fraticellismo” ovvero la pratica di diffondere dottrine camuffate dalla Regola francescana ma di fatto eretiche. Anche per questo San Giovanni da Capestrano è considerato un grande riformatore dell’Ordine dei frati Minori e riceve l’appellativo di “colonna dell’osservanza”.
Va ad evangelizzare anche fuori dall’Italia. Su mandato di papa Nicolò V va in Austria con 12 compagni quando nel 1453 cade Costantinopoli, la capitale dell’Impero romano d’Oriente, per mano dei Turchi.
Prosegue la sua attività di evangelizzazione proprio nelle terre più minacciate dai Turchi come l’Ungheria e si ritrova come condottiero di un esercito di oltre cinquemila uomini in difesa dall’attacco islamico della flotta fluviale con a capo Maometto II.
Il suo esercito risulta vincitore e lui è acclamato come un generale vittorioso. Ma nel corso di quell’impresa Giovanni che è anche molto anziano è rimasto estremamente affaticato e ha contratto la peste. Questo lo porta alla morte che avviene il 23 ottobre 1456 in un convento di Ilok che si trova nell’attuale Croazia.
Il culto e la canonizzazione
Subito dopo la sua morte viene acclamato santo a furor di popolo. La canonizzazione però avviene solo due secoli dopo. Beatificato nel 1650, diventa ufficialmente santo nel 1690.
Non si sa effettivamente dove è custodito il suo corpo. Nel luogo in cui è morto gli è stata dedicata una chiesa. Essendo un santo di origine abruzese è in quella regione che si è diffuso principalmente il culto alla sua figura con conventi, chiese e basiliche a lui dedicate.
Per le attività che svolto, quella di giurista e l’impresa militare a conclusione della sua vita, è diventato il protettore dei giuristi e dei cappellani militari.