Era un generale dell’impero romano che aveva guidato la leggendaria Legione tebana egizio-romana e fu martirizzato sotto Diocleziano.
La legione da lui guidati era interamente composta di soldati cristiani. A loro fu affidato il compito di uccidere alcune popolazioni convertite al cristianesimo. Maurizio per primo si rifiutò e fu condannato a morte.
In questo ventiduesimo giorno del mese di settembre, la chiesa venera San Maurizio. Secondo i documenti agiografici la legione da lui guidata, fatta di soldati cristiani e convertiti, venne schierata in Gallia dall’imperatore Diocleziano.
Il loro compito era quello di assistere militarmente Massimiano nella difesa contro i barbari che stavano attraversando il fiume Reno, in attesa di invadere la Gallia stessa. Ma a questi soldati e al loro generale fu affidato anche un altro compito: quello di perseguitare ed uccidere alcune popolazioni che si erano convertite al Cristianesimo.
Molti tra i soldati si rifiutarono. Massimiano ordinò una severa punizione per l’unità e, non bastando la sola flagellazione dei soldati ribelli, si decise di applicare la decimazione, una punizione militare che consiste nell’uccisione di un soldato su dieci, mediante decapitazione.
I soldati però restarono fermi nel rifiutare di compiere qualsiasi tipo di violenza contro i loro confratelli cristiani. Alcuni soldati riuscirono a fuggire, fra questi Maurizio ed Alessandro (anche lui, poi, diventato Santo).
Ma vennero inseguiti ed uccisi. Maurizio morì martire al confine con la Svizzera.
O glorioso San Maurizio,
che dopo aver edificato i compagni con una condotta esemplare di vita,
li hai incoraggiati a versare il proprio sangue
per la confessione della fede e li hai visti felici
di dare la vita per Cristo e per il Vangelo,
ottienici la grazia di testimoniare fino alla effusione del sangue la nostra fede
piuttosto che comprometterci con il male e con il peccato
e di saper soffrire per amore di Cristo.
Gloria al Padre.
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ROSALIA GIGLIANO
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