Oggi 19 luglio è Santa Macrina la Giovane: monaca e sorella di tre grandi Santi

Santa Macrina la Giovane apparteneva ad una famiglia da cui uscirono addirittura tre santi e tutti celebri: scelse con decisione la vita monacale rifiutando il matrimonio. 

Santa Macrina la Giovane
Santa Macrina la Giovane – lalucedimaria.it

Santa Macrina la Giovane, detta così per distinguerla da sua nonna, Macrina l’Anziana, altra santa, si commemora oggi 19 luglio. Apparteneva ad una famiglia in cui la santità fiorì largamente. Non solo sua nonna fu santa, ma i suoi fratelli, di cui si soprattuto Basilio Magno e Gregorio di Nissa, entrambi Padri della Chiesa, ma ci fu anche Pietro di Sivas.

Lei era era la primogenita dei dieci figli di Basilio ed Emmelia, anche loro venerati dalla Chiesa. Nacque a Cesarea in Cappadocia nel 327, e fin dall’infanzia ebbe dai suoi genitori un’educazione cristiana. Nella sua fede influirono certamente gli insegnamenti della nonna di cui portava il nome che fu una grande figura di reiferimento in famiglia. Era diventata poi patrona delle vedove e insieme al marito aveva attraversato i tempi delle pesecuzioni ai cristiani mantenendosi salda nella fede.

Santo di oggi 19 luglio: Santa Macrina la Giovane

Macrina era giovane e bella quando rifiutò di contrarre matrimonio perchè la sua vocazione era un’altra: voleva consacrarsi interamente a Dio e scelse di farsi monaca. Si dice che era promessa sposa ad un ragazzo che però morì precocemente e dopo lei prese la decisione della consacrazione religiosa. Per molto tempo rimase in casa a servire ed aiutare la madre nella gestione familiare e nell’accudimento dei fratelli più piccoli.

Le sue virtù e la sua fede di certo ebbero un’influenza non di poco conto anche nei suoi fratelli più famosi. Fu solo quando questi divennero adulti e presero la loro strada che Macrina insieme alla madre scelsero di ritirarsi in un monastero ad Annesi sulle rive del fiume Iris.

Si sa che fu lei ad incoraggiare il fratello Basilio ad intraprendere uno stile di vita ascetico dopo che lui aveva concluso gli studi a Costantinopoli e ad Atene.

Fondatrice di un monastero, con uno stile di vita ascetico

Dopo il trasferimento nella località che oggi corrisponde ad  Amasya in Turchia per fare vita monastica, Macrina fondò lei stessa un monastero. A guidarlo fu prima sua madre, e poi, dopo la sua morte, lo guidò lei.

Per tutta la vita il legame con i fratelli fu costante e forte. Sembra che sia Basilio Magno che Gregorio di Nissa si recassero da lei a chiedere consigli, che prendevano in grande considerazione e mettevano in pratica. Tra di loro intrattenevano lunghi colloqui spirituali e parlavano delle verità di fede condividendo riflessioni in una comunione bella e forte.

Un colloquio che ebbe con il fratello Gregorio fu poi trascritto dallo stesso e prese forma nell’opera De anima et resurrectione. Lì Macrina è menzionata con l’appellativo “l’insegnante”. Questo fa dedurre quanto fosse grande il suo ruolo e quanto potente l’influenza che ebbe verso questi due grandi santi della Chiesa. Il colloquio avvenne dopo che Basilio morì, e allora Gregorio andò da Macrina, che ormai era vecchia e malata. Il dialogo con lei scaturì in questa meditazione di alto valore spirituale.

Umiltà, preghiera e sapienza

Santa Macrina brillava per umiltà e la sua sapienza derivava da un intenso rapporto con il Signore e quindi da una profonda e intima preghiera. Morì nel 380 a 53 anni, che per l’epoce era un’età abbastanza avanzata. Prima di morire, dall’incontro con il fratello Gregorio rimase anche una celebre preghiera pronunciata dalla santa, in cui manifestava la sua gioia nell’andare incontro a Cristo.

Le sue parole furono, infatti: “Signore, tu ci hai liberati dalla paura della morte. Tu hai fatto del tramonto della nostra vita l’alba della vera vita”. Era certa della misericordia di Dio in cui confidava pienamente. Disse perciò: “Se sono caduta per la debolezza della mia natura, nelle parole, nelle azioni, nei pensieri, concedimi il perdono, affinché io possa avere ristoro e perché venga trovata al tuo cospetto senza macchia, nel momento in cui verrò spogliata del mio corpo. Cosicché la mia anima, santa e immacolata sia accolta nelle tue mani, come incenso di fronte a te”.

La sua memoria liturgica compare in tutti i calendari e Martirologi Orientali al 19 luglio, mentre in Occidente è menzionata in alcuni si e altri no, finché non fu inserita definitivamente nel Martirologio Romano, sempre nella stessa data.

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