Il sacerdote e missionario Renato Dubroux offrì la sua vita per i fedeli che gli erano stati affidati, trovando la morte per mano dei proiettili mentre era in cappella.
È uno dei diciassette martiri del Laos beatificati assieme nel 2016, uccisi in sedici anni tra il 1954 e il 1970. Il suo martirio sarà segnato dal tradimento di una delle persone a lui più vicine, anche in questo a imitazione del tradimento subito dal Signore Gesù da parte di uno dei membri della cerchia apostolica.
René (Renato in italiano) Dubroux nasce il 28 novembre 1914 a Haroué, a Nancy (Francia). Diventa sacerdote l’8 gennaio 1939 e il 30 ottobre 1943 entra nella Società delle Missini Estere di Parigi.
Viene presto mandato in missione a Thakhek, nel Laos. Nella missione di Namdek si prende cura della vita cristiana dei fedeli che gli sono stati affidati col catechismo e i sacramenti dell’Eucarestia e della Confessione. Nel frattempo non trascura nemmeno di occuparsi della loro condizione materiale, cercando di migliorare le loro sorti. Ad esempio spronandoli a sfruttare le risorse presenti nella foresta, come il legname.
Minacciato dai guerriglieri di fede comunista
Nel 1957 gli viene affidato il distretto di Nonghkene, vicino Pakse. Si tratta di un luogo pericoloso e insicuro, a stretto e diretto contatto con la nascente guerriglia comunista. Non ci vuole molto perché i miliziani cominciano a minacciare il sacerdote. Per i ribelli comunisti la sua figura ostacolava il loro tentativo di liberare il Paese. Due anni dopo la Santa Sede chiederà ai missionari di rimanere al proprio posto, ad eccezione dei missionari vecchi o malati.
Lui del resto non è certo tipo da tirarsi indietro. Arriviamo così alla sera del 19 dicembre 1959. padre Dubroux sta parlando coi suoi catechisti nella sacrestia della piccola cappella di Palay, diventata per lui anche un alloggio. In quel momento, complice il tradimento di uno dei suoi più stretti collaboratori, scatta l’agguato dei militanti comunisti. Per il sacerdote non c’è scampo: le pallottole dei guerriglieri lo abbattono ferendolo a morte. Ha 45 anni quando viene ucciso.
La beatificazione dei diciassette martiri del Laos
È stato beatificato l’11 dicembre 2013, sotto il pontificato di papa Francesco. La sua memoria – il 16 dicembre – è stata inserita in una celebrazione di gruppo di altri sedici martiri del Laos – beatificati congiuntamente – tra sacerdoti, diocesani e missionari, e laici, assassinata tra Laos e Vietnam negli anni 1954-1970: Joseph Thao Tien, Jean Baptiste Malo, Mario Borzaga, Louis Leroy, Michel Coquelet, Vincent L’Hénoret, Noël Tenaud, Marcel Denis, Jean Wauthier, Lucien Galan, Joseph Boissel, Paolo Thoj Xyooj, Joseph Outhai Phongphumi, Thomas Khampheuane, Luc Sy, Maisam Pho Inpeng.
A presiedere la cerimonia di beatificazione, avvenuta domenica 11 dicembre 2016 a Vientiane, nel Laos, è stato il cardinal Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato nelle Filippine e Missionario Oblato di Maria Immacolata, inviato del Santo Padre.
