La storia di Santa Marina di Bitinia è straordinaria e piena di elementi romanzeschi. Visse tutta la vita sotto mentite spoglie e arrivò a prendere su di sé una colpa non commessa.

La figura di Santa Marina di Bitinia, che si ricorda oggi 18 giugno, è alquanto singolare. La sua storia è del tutto fuori dall’ordinario e ha dei tratti che fanno pensare ad un romanzo. L’epoca in cui visse è l’VIII secolo e la sua vita fu breve ma molto intensa per le vicende quasi surreali.
Santa Marina ha nascosto per tutta la vita la sua identità di donna. Non si sa effettivamente perchè lo abbia fatto, e le notizie su di lei sono spesso incerte. La si è per lungo tempo confusa con santa Marina d’Antiochia martire e con santa Marina di Orense così come con la beata Marina di Spoleto.
Santo di oggi 18 giugno: Santa Marina di Bitinia
La piccola Marina avrebbe perso la madre in tenera età e il padre, vedovo inconsolabile, chiese di entrare in convento e per pietà glielo concessero. Per poterlo fare camuffò l’identità della figlia facendola passare per un maschio e chiedendo di portarlo con sè. Così, con il nome di Marino, fin da bambina entrò a vivere presso il cenobio di Kanoubine, in Siria.
Si trattava di un luogo nascosto fra grotte scavate nella roccia in cui si viveva di preghiera. Con il passare degli anni le sembianze troppo femminili, la mancanza della barba, furono confuse e si pensò che fosse un eunuco. Così Marina continuò a vivere come Marino e divenne frate rimanendo nel convento anche dopo la morte del padre.
Accadde poi che un giorno, insieme agli altri frati intrapreseo un viaggio. Durante questo viaggio si fermarono in una locanda ad alloggiare. Lì, la figlia del locandiere fu stuprata da qualcuno e accusò fra Marino. Non solo: la ragazza era rimasta incinta.
Con un’identità falsa si assume una colpa non commessa
Marina continua a vivere sotto mentite spoglie e neanche in questo caso rivela la sua vera identità. Non si sa perché lo fece. Sta di fatto, che secondo la narrazione agiografica, quando nacque il bambino sarà lei a prendersene cura. Nel frattempo era stata cacciata dal convento per la grave colpa che si pensava avesse commesso.
Senza rivelare nulla, quindi, conducendo sempre una vita al maschile, prende il bambino con sé e se ne occupa amorevolmente per tre anni. Vedendo questo amore e questa dedizione i frati decisero di riammettere colui che consideravano fra Marino all’interno del convento.
Così, tornò alla vita di prima. Ma fu per poco tempo. Dopo non molto, infatti, una grave malattia la condusse alla morte, all’incirca nel 750. Fu solo dopo la sua morte, al momento di ricomporre la salma, che si scoprì la verità, ovvero che era una donna e che quindi, non poteva essersi macchiata di quella colpa.
Le varie chiese orientali la commemorano in vari e diversi giorni dei loro calendari. Dal 1810 sue spoglie sono conservate a Venezia nella chiesa di Santa Maria Formosa.