Oggi 15 maggio è Sant’Isidoro: l’agricoltore che compiva miracoli

Spagnolo, sant’Isidoro era un agricoltore che ha nobilitato il lavoro attuandolo cristianamente insieme alla moglie, diventando un modello di lavoratore. 

Sant'Isidoro
Sant’Isidoro – lalucedimaria.it

Il 15 maggio si ricorda la figura di sant’Isidoro, agricoltore spagnolo che visse a cavallo tra XI e XII secolo. Il Martirologio Romano lo colloca nella zona in cui visse, Madrid, in Spagna e lo menziona come “contadino, che insieme con sua moglie, la beata Maria de la Cabeza attese con impegno le fatiche dei campi, cogliendo con pazienza la ricompensa celeste più ancora dei frutti terreni, e fu vero modello di contadino cristiano“.

Sant’Isidoro rientra così anche tra quei santi hanno realizzato la cosiddetta “santità di coppia“, ovvero che insieme alla loro sposa hanno saputo vivere pienamente la vita cristiana in modo eroico tanto da raggiungere le vette della santità.

Santo di oggi 15 maggio: Sant’Isidoro

La gran parte di narrazione tradizionale sulla figura di questo santo si concentra prevalentemente sugli elementi prodigiosi e sui miracoli di cui era protagonista. Questo nel corso del tempo ha contribuito senz’altro moltissimo alla sua popolarità, specialmente nel mondo contadino di cui è diventato il patrono.

Lo si considera infatti il protettore degli agricoltori, lui che ha saputo brillantemente nobilitare questo lavoro ritenuto umile e semplice, e di certo tanto importante. Nasce a Madrid intorno al 1070/1080 da una  famiglia di contadini molto povera. Era analfabeta, non avendo mai imparato a leggere e a scrivere.

Oltre al tempo che dedicava al lavoro ne trascorreva molto in preghiera. Il suo rapporto con il Signore era vivo e profondo e anche le stesse ore lavorative erano impegnate in un’adorazione di fatto e in un’offerta che elevava di senso il lavoro stesso.

I prodigi nei campi

Si racconta che si verificavano spesso eventi prodigiosi mentre lavorava. Quando lui di estraniava perché in dialogo con il Signore, erano gli angeli a portare avanti il lavoro per lui. Riceveva perciò questo aiuto dal cielo che stava ad indicare il suo stretto legame con Dio e molto probabilmente veri e propri doni mistici di cui evidentemente era depositario.

Per questo suo atteggiamento spesso riceveva anche l’ostilità degli altri. Alcuni colleghi che  non tolleravano la sua santità di vita lo attaccavano per invidia. Arrivano anche ad accusarlo di furto oltre di assenteismo dal lavoro. Il signore presso cui prestava servizio però si rese conto di come stavano effettivamente le cose e lo sollevò dalle accuse che gli erano state fatte.

Isidoro manifestava anche doti di grande carità. Non esitava ad aiutare i poveri e per coloro che avevano più bisogno aveva sempre la bisaccia piena. Si narra che questa pur svuotandola continuasse prodigiosamente a riempirsi.

Carità condivisa

Oltre alle persone si prendeva cura anche degli animali assistendoli e fornendo loro riparo e rifugio dalle intemperie nei periodi dell’anno in cui c’erano pericoli per la loro incolumità. Condivideva l’esercizio della carità, che gli veniva dalla fede in Cristo, con la moglie.

Entrambi si sostenevano a vicenda percorrendo la stessa strada di santità. Affrontarono anche il dolore della perdita, in tenera età del loro unico figlio. Nel 1130 sant’Isidoro muore e viene sepolto nel cimitero di sant’Andrea senza particolari onori.

Dopo la sua morte si susseguono miracoli e grazie elargite per sua intercessione. Tanti infatto lo invocavano. Quarant’anni dopo il suo corpo fu esumato e trovato incorrotto. La canonizzazione arriva solo dopo cinque secoli quando interviene il re Filippo II a promuovere un processo di canonizzazione che non era mai iniziato.

Nel 1622 papa Gregoio XV lo canonizza contemporaneamente ad altri grandi e celebri santi quali santa Teresa d’Avila, san Filippo Neri, san Francesco Saverio e sant’Ignazio di Loyola.

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