Oggi 14 giugno è Sant’Eliseo: il profeta che annunciò la salvezza dell’umanità

Sant’Eliseo profeta fu discepolo di Elia, operò grnadi prodigi e preannunciò la salvezza che sarebbe arrivata in futuro per tutti gli uomini. 

Sant'Eliseo profeta
Sant’Eliseo profeta – lalucedimaria.it

Oggi 14 giugno si commemora sant’Eliseo profeta. Fu il prosecutore delle missione del profeta Elia e visse in un’epoca drammatica per Israele a causa delle molteplici infedeltà da parte dei re e del popolo verso l’Alleanza stabilita da Dio.

Dominava l’idolatria, c’era il culto di Baal e i profeti venivano perseguitati. Il nome di Eliseo significa “Dio è la mia salvezza” e di lui si parla nel Primo Libro dei Re. Si legge che Dio, si manifestò sull’Oreb al profeta Elia, e gli diede come ordine: “…ungerai Eliseo, figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto” (1 Re 19, 16).

Santo di oggi 14 giugno: Sant’Eliseo profeta

Il Signore gli ordinò, dunque, la successione ad Elia, per seguire il comando divino si mise in cammino verso il deserto di Damasco. Viene narrato che mentre era lungo il cammino incontrò Eliseo che arava con 12 paia di buoi. Portava la dodicesima coppia di animali.  Allora Elia gli gettò addosso il suo mantello. Eliseo comprese immediatamente quanto stava succedendo perché quel gesto era palesemente esplicativo, era un mandato di successione.

Così, rispose dicendo “Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò“. Non appena si fu allontanato da lui Eliseo immolò un paio di buoi, ne fece cuocere la carne servendosi della legna del loro giogo e la offrì al popolo affinché ne mangiasse.  Poi si mise al seguito di Elia, ponendosi al suo servizio.

Qualche tempo dopo lungo la riva del fiume Giordano Elia chiese a Eliseo: “Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te“. A quel punto Eliseo rispose chiedendo: “Due terzi del tuo spirito siano in me“. Non era una richiesta casuale, perché  due terzi rappresentava la parte di eredità che il Deuteronomio indicava come spettante al primogenito (Dt 21, 15-17).

Elia acconsentì alla richiesta e in cambio chiese che Eliseo riuscisse a vederlo mentre andava via portato in alto. Accadde proprio così perché Elia fu rapito in cielo in un carro di fuoco. Cadde il mantello ed Eliseo lo raccolse. Allo stesso modo in cui aveva fatto poco prima Elia anche lui divise con il mantello le acque del Giordano.

L’importante profezia

L’opera di Eliseo si compiva nel periodo che va tra l’anno 852 e il 783 a.C. Era il tempo dei regni di Ioram, di Ieu e poi di Ioas, e si trattava di periodi violenti, segnati da frequenti guerre con Aramei e Moabiti. Come voce di Dio Eliseo si premurava di ammonire e di esortare Israele affinché compisse i suoi giusti doveri verso il Signore.

Tra le sue profezie più famose c’è la previsione della vittoria dell’esercito di Giosafat contro i nemici, la guarigione di Naaman dalla lebbra e la moltiplicazione di un pasto per una grande folla.

Eliseo fu voce costante del Signore: ammoniva fermamente Israele sui suoi doveri verso Dio. Operò numerosi miracoli. Tra i più noti ci fu il risanamento delle acque di Gerico, ma anche una moltiplicazione di olio e pani, la risurrezione del bambino della Sunammita, la guarigione di Naamàn dalla lebbra.

Il culto si diffuse ampiamente. La sua celebrazione liturgica, allo stesso modo di quella di Elia, fu diffusa in Occidente dai carmelitani, che nel Capitolo generale del 1399 introdussero la festa di sant’Eliseo, ricordandone la fedeltà al servizio di Dio.

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