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Santi

Oggi 1° maggio è la festa di San Giuseppe lavoratore: modello di onestà e servizio

Onorato con il titolo di lavoratore, san Giuseppe è posto a modello oltre che come padre anche come uomo che onestamente si guadagna da vivere, in modo rispettoso e leale.

San Giuseppe lavoratore – lalucedimaria.it

Tra i vari appellativi onorifici rivolti a san Giuseppe c’è quello di lavoratore. È così che viene ricordato oggi, 1° maggio, giorno in cui in Italia si festeggia la festa del lavoro. Sommo esempio di padre, san Giuseppe è venerato anche in questa sua qualità specifica: colui che lavora onestamente e con impegno.

In questa ricorrenza, che oltre che nel nostro Paese, viene festeggiata anche in varie parti d’Europa e del mondo, si vuol fissare l’attenzione su questo uomo, mite e docile, che ha saputo accogliere la volontà di Dio con obbedienza anche contro la sua personale capacità di comprendere.

Santo di oggi 1° maggio: San Giuseppe lavoratore

È dal 1° maggio 1955 che san Giuseppe viene ricordato con questo specifico appellativo. Ad istituire la festa fu, infatti, papa Pio XII. Il titolo era più precisamente quello di san Giuseppe artigiano, esteso poi con quello di lavoratore, per rappresentare l’esempio di atteggiamento cristiano verso tutti i lavori onesti e dignitosi.

Già Pio XII voleva sottolineare cheil lavoro va visto come un mezzo per andare verso la salvezza eterna. Ci si può santificare attraverso le azioni, grandi o piccole, del lavoro quotidiano. Ne consegue che il lavoro va nobilitato come via che può servire, non solo ad un mero sostentamento materiale, seppur necessario, ma anche ad un’elevazione interiore, umana e sociale.

San Giovanni Paolo II nella Laborem Exercens affermava che  “Questa verità, secondo cui mediante il lavoro l’uomo partecipa all’opera di Dio stesso suo Creatore, è stata in modo particolare messa in risalto da Gesù Cristo, quel Gesù del quale molti dei suoi primi uditori a Nazareth rimanevano stupiti e dicevano: Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? … Non è costui il carpentiere?”. Si tratta del lavoro che gli è stato insegnato dal suo padre terreno, san Giuseppe.

Uomo concreto e affidabile

Il Martirologio Romano descrive il santo con le prerogative del suo mestiere in questo modo: “San Giuseppe lavoratore, che, falegname di Nazareth, provvide con il suo lavoro alle necessità di Maria e Gesù e iniziò il Figlio di Dio al lavoro tra gli uomini. Perciò, nel giorno in cui in molte parti della terra si celebra la festa del lavoro, i lavoratori cristiani lo venerano come esempio e patrono“.

Dal momento che san Giuseppe ha condotto tutta la sua vita all’insegna dell’obbedienza a Dio, anche questo specifico ambito, l’attività lavorativa, è stato vissuto in nome della fede. Per questo diventa modello da seguire, e da uomo e padre in particolare per gli uomini e i padri, di una virilità concreta, sana e libera, pienamente realizzata proprio perché ha rimesso la sua volontà a quella superiore del Signore.

Un altro alto riferimento al lavoro e a san Giuseppe lo troviamo ancora in san Giovanni Paolo II, nella Redemptoris Custos, l’esortazione apostolica dedicata al casto sposo di Maria e padre putativo di Gesù. Scriveva: “Il lavoro umano e in particolare il lavoro manuale trovano nel Vangelo un accento speciale. Insieme all’umanità del Figlio di Dio esso è stato accolto nel mistero dell’Incarnazione, come anche è stato in particolare modo redento. Grazie al banco di lavoro presso il quale esercitava il suo mestiere insieme con Gesù, Giuseppe avvicinò il lavoro umano al mistero della Redenzione”.

https://youtube.com/shorts/wjYWPNaHuIA?feature=share

Romana Cordova

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Romana Cordova

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