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Perché durante l’offertorio si miscelano acqua e vino

L’offertorio è ciò che dà il via alla liturgia eucaristica, il momento in cui diamo in offerta il pane e il vino per far sì che questi diventino il corpo e il sangue del Signore

Un immagine del momento dell’offertorio – www.parrocchiemolfetta.it

Questo momento rappresenta la nostra intima partecipazione a ciò che è stato il sacrifico di Gesù per la salvezza di tutti noi. Tuttavia, molti fedeli talvolta si chiedono perché acqua e vino si mescolano insieme

L’offertorio è ciò che dà il via alla liturgia eucaristica, il momento in cui diamo in offerta il pane e il vino per far sì che questi diventino  il corpo e il sangue del Signore. Per questa ragione il sacerdote, ricordando Gesù nell’Ultima Cena, li prende in mano, dopo che i chierichetti o gli accoliti li hanno portati all’altare, assieme alle offerte raccolte per la Chiesa e per i poveri.

L’importanza del momento dell’offertorio

Questo momento rappresenta la nostra intima partecipazione a ciò che è stato il sacrifico di Gesù per la salvezza di tutti noi. Attraverso il nostro impegno e la nostra buona volontà Gesù ci dona in cambio nientemeno che sé stesso. Una regola che vale anche per la vita di ogni giorno. Una domanda che alcuni fedeli talvolta si pongono, e allo stesso modo chi non è cristiano, è il perché si miscela il pane con il vino.

Perché si miscelano pane e vino sull’altare

Partiamo dall’inizio. Durante la liturgia vediamo il pane posto su di una patena, ovvero un piccolo piatto circolare e di metallo che il celebrante utilizza e che per tradizione rievoca il contenitore sul quale durante l’Ultima Cena si spezzò il pane. Mentre invece il vino è situato all’interno di una ampollina, oppure direttamente all’interno del calice, accompagnata da un’altra ampollina con dentro dell’acqua, e di cui una goccia verrà versata nel calice. Un gesto che serve ad indicare il legame che mette in unione i fedeli a Gesù durante la Messa.

Una seconda spiegazione di tipo allegorico-mistico

È il sacerdote ad affermarlo, spiegando con una dossologia che “l’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana“. Una particolare spiegazione invece, di tipo allegorico-mistico, dice che la miscelazione di acqua e vino sull’altare avviene entrambi, sia il sangue che l’acqua, sono sgorgati direttamente dal fianco di Cristo. Come peraltro viene anche indicato nel Vangelo di Giovanni (Gv 19,34).

Perché il sacerdote si lava le mani

Tutto ciò avviene un attimo prima che il sacerdote si lavi le mani, o che venga incensato l’altare nel caso di celebrazioni solenni. Il motivo per cui si lava le mani è semplice. Si tratta infatti di un segno che testimonia a tutti i presenti la volontà di celebrare il sacrificio di Nostro Signore con la purezza massima di cuore. Per quanto riguarda l’incenso, invece, come accade da sempre anche nei culti di natura pagana, o come si ha testimonianza nell’Antico Testamento quando a Mosè Dio chiese di costruire un altare per il culto divino da riservare alla diffusione dell’incenso, anche nella Chiesa cattolica l’utilizzo dell’incenso sta a testimoniare la riverenza verso il Signore, mettendo in particolare luce i luoghi in cui Esso si rende presente.

Perché la particola del sacerdote è più grande

Un altro aspetto che salta agli occhi è il fatto che la particola del sacerdote è più grande. Non c’è un motivo di natura teologica per questo. Infatti, la ragione sta semplicemente nel fatto che in questo modo la si rende meglio visibile a tutti i partecipanti, in modo particolare nell’istante in cui il sacerdote la spezza di fronte all’assemblea.

Giovanni Bernardi

Fonte: iotibenedico.info

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