Il primo reality mistico: cinque ragazze mondane spedite in convento

Dopo il sorprendente successo nella versione originale britannica, anche in Italia approda il reality Ti spedisco in convento, a sfondo religioso.

Cinque ragazze dai costumi “mondani” vengono ospitate in un istituto di suore, dove, per due settimane, si confrontano con uno stile di vita completamente diverso.

Dieci donne molto diverse a confronto

Ti spedisco in convento è il titolo del format di Discovery+ ispirato a Bad Habits, Holy Orders. A fare da sfondo è un convento delle Suore Oblate del Bambino Gesù, ordine fondato nel 1672, con lo scopo di educare le ragazze povere.

Molte ragazze – recita il trailer – inseguono la cultura del bere, del sesso sfrenato, del narcisismo, del denaro come fonte di felicità e dei social come unica proiezione della realtà. Non hanno obiettivi nella vita e non vogliono responsabilità di alcun tipo. Se affrontassero un percorso spirituale, riuscirebbero a vivere lontane dalle tentazioni? E se, a loro insaputa, le spedissimo in convento?”.

Nell’istituto religioso “La Culla”, ubicato a Sorrento, cinque suore si confrontano ogni giorno con cinque giovani laiche tra i 19 e i 23 anni: Emy, ribelle, seducente e senza freni inibitori; Valentina, studentessa brillante, esigente e snob; Sofia, modella e influencer, amante dei capi griffati; Stefania, diretta e aggressiva, senza progetti per il futuro; Wendy, eterna adolescente, immersa più nei social che nella vita reale.

Anche le religiose hanno personalità molto diverse tra loro: Suor Daniela, madre generale della congregazione, ironica e autorevole, capace di mettere in riga con uno sguardo le disobbedienti; Suor Monica, brasiliana, la severa superiora del convento; Suor Felicita, la più anziana, riservata ma con un gran cuore; Suor Analia, la più giovane e burlona delle cinque; Suor Arleide, dolce e paziente, dedita alla coltivazione dell’orto e del giardino.

Guai a chi mangia lamentandosi…

Nel corso delle quattro puntate del reality, le cinque ragazze imparano a mettersi in discussione, rinunciando al cellulare e alle comodità. Sveglia all’alba e a letto alle 22, con lavori manuali, preghiere e Messa quotidiana nel corso della giornata. Niente trucco, né abiti succinti, né uomini con cui divertirsi. Nel decalogo dettato dalla superiora viene anche raccomandato di “mangiare senza lamentarsi”.

La donna ha dentro di sé la maternità e allora io credo che tutte siamo chiamate alla santità”, afferma suor Monica. “In questi giorni siete una grande dono per noi – dice suor Daniela alle ospiti appena accolte –. Ci date un’opportunità grande di esprimere il nostro essere donne e madri”. Poi la religiosa aggiunge: “Chissà se c’è veramente la felicità nella vostra vita… possiamo scoprire i segreti della felicità insieme”.

Da parte loro, le ragazze iniziano ad affrontare i loro dubbi esistenziali. “Spero di riuscire a immergermi in questo mondo che non c’entra niente con me”, confida Wendy. Da parte sua, Emy mostra un atteggiamento di sfida: “Non voglio pulire, non faccio la schiava di nessuno”. Anche Valentina, pur rispettosa, sembra avere le idee chiare: “Mi rendo conto che per loro sia proprio una promessa a Dio, per me non lo è”.

Riconciliarsi e perdonare per essere libere

Dall’alto della sua esperienza e dei suoi 72 anni, suor Daniela afferma: “Ho guardato sempre i giovani in maniera positiva, qualsiasi giovane, non c’è quello bravo o quello meno bravo”. Tra i principi trasmessi dalle suore alle loro giovani ospiti: “Riconciliarsi con il passato per vivere l’oggi con intensità e coscienza”. E anche: “Perdonare sempre per essere libere”.

Ti spedisco in convento non assume alcuna posizione sulla fede, semplicemente si basa sul confronto tra due gruppi di donne dalle scelte di vita molto diverse. Ognuna di loro, al termine dell’esperienza, avrà in qualche modo arricchito la propria vita.

E le cinque ragazze “viziate”, per forza di cose, avranno fatto una scelta: probabilmente nessuna di loro diventerà suora, ma, in piena libertà, decideranno se vale la pena riprendere la vita di prima, come se nulla fosse, oppure inizieranno a guardare il mondo con occhi diversi.

Questo reality, dove non mancheranno le discussioni, anche vivaci, tra le ragazze e le suore e tra le ragazze, ha sicuramente il pregio di non banalizzare la religione cattolica e di trattare con rispetto la vita monastica. Pur con tutti i limiti del genere televisivo, sarà davvero interessante conoscere l’epilogo di questo nuovo format.

Luca Marcolivio

 

 

 

 

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