Novità per la neonata abbandonata davanti all’ospedale dove è morto Carlo Acutis

Una particolare coincidenza che unisce la neonata abbandonata, all’apostolo del Nuovo Millennio, il Beato Carlo Acutis. 

La neonata era avvolta da una copertina, posta in una scatola sul cofano di una macchina proprio di fronte all’ospedale, affinché qualcuno si prendesse cura di lei.

Neonata
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Circa alle 5.30 del mattino del 15 settembre scorso, poco prima di entrare a lavoro, un’infermiera dell’Ospedale San Gerardo di Monza è incuriosita da strani gemiti. I mugolii provengono da una scatola sul cofano di una macchina: dentro, una neonata avvolta in una coperta che si scoprirà essere venuta al mondo da poche ore. Subito la prende con sé e la porta in ospedale, dove i medici potranno visitarla. La bimba, dai tratti somatici ispanici, è in buona salute. La neonata ritrovata avvolta dalle coperte in una scatola, si chiamerà Alice, come l’infermiera che l’ha soccorsa.

L’ultimo gesto d’amore della mamma e la solidarietà locale

Nei giorni successivi sono state svolte ricerche per rintracciare la madre biologica della bambina, che ha lasciato la figlioletta davanti all’ospedale in un posto dove qualcuno avrebbe potuto subito trovarla e prendersi cura di lei. Questo il suo ultimo gesto d’amore per la bimba, avvolta con cura da una copertina e con un pannolino di ricambio con la scritta “super star”.

Subito la solidarietà locale si è attivata con una raccolta fondi, comprendente culle, giocattoli, vestiti, pannolini e il necessario per la piccola. Tanta l’apprensione per la mamma che, dopo il parto, non si sarebbe sottoposta ad alcun controllo.

Lo stesso ospedale del Beato Carlo Acutis

È una particolare coincidenza che la bimba appena nata, sia stata lasciata con cura dalla sua mamma, all’esterno dello stesso ospedale, il San Gerardo di Monza, dove nel 2006 fu ricoverato il giovane e oggi Beato Carlo Acutis, colpito da leucemia fulminante, a causa della quale morì il 12 ottobre all’età di 15 anni, in soli tre giorni, e dopo aver offerto la sua sofferenza al Signore.

Il giovanissimo Carlo Acutis è stato beatificato il 10 ottobre ad Assisi e la sua memoria liturgica ricorre il 12 ottobre, giorno della sua nascita al Cielo. Oggi il suo corpo incorrotto, è esposto in modo permanente, all’interno nel Santuario della Spogliazione ad Assisi dove è venerato da pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo.

Beato Carlo Acutis
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Ora la neonata avrà una famiglia

Ora la bimba potrà essere accolta da una famiglia che potrà prendersi cura di lei. “In Comune sono arrivate numerose telefonate di coppie pronte ad adottare la bambina”, afferma l’assessore del comune di Monza, Egidio Riva. “La procedura segue attenzioni speciali per proteggere la piccola. È bene che la comunità esprima vicinanza ed empatia, però ci sono dei passaggi fondamentali da rispettare per il bene della piccola”.

La conferma arriva dopo l’intervista della presidentessa del Tribunale per i Minorenni di Milano, Maria Carla Gatto a La Repubblica.
“Dopo i dieci giorni in cui i genitori avrebbero potuto riconoscerla, l’ufficiale di stato civile ha formato l’atto di nascita e le ha dato un nome e un cognome e si è avviata così la procedura per la scelta della coppia tra quelle che hanno dato la propria disponibilità al Tribunale per i Minorenni. Nell’arco di 15 giorni la piccola riceverà affetto e cura dalla sua famiglia.

Arriva anche l’appello dell’ex sindaca di Milano Letizia Moratti che si rivolge ai genitori in difficoltà: “Non abbiate vergogna, se non volete riconoscere il bambino dopo il parto; affidatevi comunque sempre a un ospedale”.

Un posto nel mondo

La bimba ora ha un posto nel mondo chi si prenderà cura di lei. La mamma, dal canto suo, l’ha accompagnata fino a dove le è stato possibile, per qualche motivo che non sappiamo.

Triste prendere atto di quante mamme ogni anno nel mondo decidano di “buttare via” i loro figli senza dar loro possibilità di vivere, anche fosse lontano dalle loro cure materne. Qualcuno potrebbe chiedersi il perché dell’abbandono di questa mamma. Questa donna ha probabilmente fatto tutto ciò che ha potuto e non ha negato alla figlia il dono più grande, che appartiene solo a Dio: la vita.

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