La Novena a Santa Giuseppina Bakhita (1869-1947, Sudan) ricorda la storia di una donna, sottratta all’affetto della famiglia (che mai più riuscirà a rintracciare), quando era molto piccola.
A Schio, dopo operò per 45 lunghi anni, la chiamavano amorevolmente la Suora di cioccolato, la Madre Moretta.
Lei stessa, ricordando i terribili momenti in cui da piccola venne rapita da due arabi armati, dichiarò di averli perdonati e aggiunse, per chi le chiedeva cosa avrebbe fatto se li avesse rincontrati: “Se incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita e anche quelli che mi hanno torturata, mi inginocchierei a baciare loro le mani; perché se non fosse accaduto ciò, non sarei ora cristiana e religiosa”.
Nell’archivio storico della Curia generalizia delle Suore Canossiane (Ordine di cui fece parte) di Roma, è conservato un manoscritto autobiografico di Giuseppina Bakhita, che racconta queste e altre vicende della sua vita.
Quando fu canonizzata da Papa Giovanni Paolo II, l’1 Ottobre del 2000, in piazza San Pietro, si celebrò con danze e canti africani.
Preghiera iniziale
O Padre di misericordia, che ci hai donato Santa Giuseppina Bakhita quale sorella universale, evangelico modello di fede semplice e di operosa carità, dona anche a noi la volontà di credere e amare, secondo il Vangelo, ed esaudisci le preghiere di chiunque invoca la sua intercessione. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Le parole di Santa Giuseppina Bakhita
“Ancora bambina sono stata rapita e venduta per sei volte agli schiavisti, che mi hanno imposto un nome nuovo: Bakhita, la Fortunata”.
Pater; 3 Ave Maria; Gloria.
Proposito: oggi, pregherò il Santo Rosario per le tante “Bakhita” strappate alle famiglie e vittime delle schiavitù odierne.
Antonella Sanicanti
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