Non può pagare tutta la Chiesa per le colpe di alcuni.

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Vorremmo proporvi  una riflessione partendo da una delle tante affermazioni qualunquiste anti-clericali che circolano in rete. Non ci sarebbe nulla di troppo strano e anomalo se non fosse che tale affermazione proviene da una persona cattolica. Non è la prima volta che mi capita di leggere commenti duri, severi, cattivi, critici in maniera distruttiva, commenti forti e pieni di ira, da persone cristiane cattoliche.

Mi chiedo come possa un cristiano cattolico, figlio del Dio Altissimo e figlio anche della Madre Chiesa, attaccare con così tanta veemenza un sacerdote, una suora, un qualsiasi consacrato, a volte persino il Papa, molto spesso l’istituzione Chiesa in generale, attingendo ai tanti e falsi luoghi comuni o dicerie menzognere che circolano in rete contro la Chiesa Cattolica o prendendo spunto semplicemente dai loro errori o dalle loro cattive testimonianze. (come se ciascuno di noi fosse perfetto e non sbagliasse mai).

E’ vero, non si può mettere in discussione il fatto che vi siano dentro la Chiesa alcuni cristiani che non danno affatto un buon esempio ed una buona testimonianza. (io sono il primo di questi)

Ma qual è l’approccio migliore per un cristiano di fronte a tali cattivi testimoni ? La critica ? Il giudizio ? L’accusa ? Lo sdegno ? O forse piuttosto la correzione fraterna nella misericordia e nella pazienza che Gesù ci ha mostrato e indicato ?

Altro aspetto da considerare. Ci può stare ed anzi è più che comprensibile che vi siano degli aspetti che possano non convincerci appieno riguardo la Chiesa e il funzionamento di alcune pratiche o alcune dottrine relative alla Tradizione o al Magistero. Ci sta che uno non sia d’accordo o che nutra dei dubbi. Ma anche in questo caso, è bene chiedersi quale sia l’atteggiamento migliore da adoperare se ci si professa cristiani.

Meglio criticare ciò che non si capisce o andare a parlarne con una persona di Chiesa cercando di capire e approfondire ? Meglio diffondere link anticlericali o sputare veleno contro la Chiesa oppure avere un pizzico di fiducia che se alcune cose sono così ci sarà un motivo valido ?


Non sarebbe meglio, anzichè rendere pubbliche certe affermazioni anticlericali che confondono credenti e non credenti e creano scandali ingiustificati in chi ascolta, cercare di chiarirsi le idee parlando con i diretti interessati ? Dopotutto, se ci si definisce cristiani e cattolici, come si può spalare sterco nel piatto in cui si mangia ? Come si può parlare male della Chiesa da cui si ricevono i sacramenti, da cui si riceve Gesù Cristo il Signore ?

Ebbene su questo vorrei riflettere e cercare di dare qualche spunto.

Primo punto: COME RAGIONA E SI COMPORTA DIO ?

Forse abbiamo dimenticato che anche i discepoli che si scelse Gesù non ci hanno dato ottimi esempi, anzi tutto l’opposto, ci hanno lasciato pessime testimonianze nel Vangelo. Infatti, ci fu chi lo tradì, chi non lo comprese, chi dubitava, alla fine ci fu chi lo rinnegò, chi fuggì quando le cose si fecero serie. In generale, tutti i discepoli, che Gesù si era scelto affinchè lo seguissero e stessero sempre con Lui, lo abbandonarono al calvario lasciandolo solo e vi rimase fino alla croce.

Eppure Egli non li condannò, non li giudicò, non li allontanò da Sé. Anzi, nella sua incredibile misericordia e pazienza, li perdonò, li capì, li incoraggiò e addirittura li fece Apostoli, inviandoli a proclamare il Suo Vangelo. Inoltre, a colui che lo rinnegò per ben tre volte, Simon Pietro, diede il compito di pascere il Suo gregge e di guidare gli altri apostoli. Proprio a Pietro che lo rinnegò.

Questo è il criterio di Dio, il suo parametro per affrontare queste questioni, amare così tanto da tirare fuori dalle persone il meglio anche se quelle persone non sono sempre impeccabili e precise. Dio ama in anticipo i peccatori, mentre ancora sono peccatori, affinchè essi possano uscire, grazie a questo amore gratuito e immenso, dalla loro condizione distorta e intraprendere la retta via.

Questo è il modus operandi del Signore nostro Gesù Cristo. L’Amore è il Suo modo. La misericordia, la pazienza, la speranza, la fiducia, l’incoraggiamento, il conforto, la compassione.

Ora, se è vero che noi cristiani dovremmo dare buona testimonianza è anche vero che restiamo peccatori a cui capita di fare cattiva testimonianza, poichè il cammino dietro a Gesù è pieno di insidie, perché non siamo sempre fedeli, perché ci capita di cadere nel peccato e per altri svariati motivi.

Ma il Signore non ci ha chiesto la perfezione o la coerenza, Gesù ci ha detto: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Luca 21,19). Appunto, con la perseveranza, non con la riuscita.

Il Signore ci conosce molto bene, sa di che pasta siamo fatti e non pretende che non sbagliamo mai, anche perché se non cadessimo mai e non peccassimo mai crederemmo di non aver più bisogno di Lui, del Suo perdono e della Sua salvezza. Se riuscissimo a non peccare non avremmo più bisogno del Suo sacrificio, della Sua morte in Croce per noi. Rischieremmo di pensare di poterci salvare da soli, con le nostre forze. Egli invece è morto per i nostri peccati, affinchè potessimo diventare creature nuove nel Suo perdono e potessimo camminare nella Sua presenza ed essere luce del mondo e sale della Terra.


Ciò non significa, naturalmente, che abbiamo il diritto e la possibilità di peccare, assolutamente no, anche perché il peccato è qualcosa che ci fa male e ci toglie la pace e la gioia. Quello che intendo dire è che non peccare è quasi impossibile, perché siamo esseri umani e volenti o nolenti ci capita di essere mancanti. Il cammino di Santità è per l’appunto un cammino, non si arriva da un giorno all’altro (non capita spesso almeno).

Ecco perché, così come il Signore è tanto paziente e misericordioso con noi, dandoci mille possibilità di ricominciare daccapo, dandoci sempre più amore e perdono per rialzarci dalle nostre cadute, dandoci sempre la fiducia che non meritiamo e continuando a sperare in noi, allo stesso modo noi dobbiamo fare lo stesso con chi sbaglia, con chi è mancante, con chi pecca, con chi è nel dubbio o nell’errore. Anche se colui che sbaglia e dà cattiva testimonianza è un ministro di Dio, non per questo abbiamo il diritto di giudicarlo.

Facciamo molta attenzione a criticare con cattiveria la Chiesa e chi ne fa parte. Tutti coloro che fanno parte della Chiesa, infatti, sono figli di Dio, anche e soprattutto quando sbagliano. E’ vero, ci sono consacrati non danno un buon esempio, ma questo non deve essere motivo o alibi per allontanarsi da Dio Padre e dalla Sua Chiesa.

Secondo punto: GUARDARE PRIMA ALLA TRAVE NEL NOSTRO OCCHIO.

Dobbiamo pensare alla nostra salvezza, al nostro cammino, ai nostri peccati, alla nostra trave e non alla pagliuzza degli altri. Sarà Dio a giudicare tutti, a chi avrà avuto di più sarà richiesto di più, Egli è giusto giudice e saprà dare a ciascuno secondo le sue opere, come sta scritto.

Possibile che nel nostro occhio c’è sempre la trave e nell’occhio dell’altro c’è sempre la pagliuzza ? Si, possibile, sapete perché ? Perché i peccati del prossimo riguardano la sua salvezza mentre i nostri peccati sono molto più pesanti perché riguardano la nostra salvezza. Se io voglio salvarmi devo pensare a come conduco la mia vita e non a come la conducono gli altri, sebbene naturalmente io possa e debba interessarmi con carità dei miei fratelli. Per questo dobbiamo essere un po’ più tranquilli nell’emettere sentenze troppo dure o severe.

Terzo punto: CERCARE LA CORREZIONE FRATERNA.

Abbiamo visto qual è il modo di operare di Dio con le persone che sbagliano. Bene, facciamo altrettanto.

Quando vediamo una persona di Chiesa, un fratello cristiano, cerchiamo la correzione fraterna con dolcezza e con comprensione, cerchiamo di amarlo e poi, amandolo, mettiamo in evidenza con mitezza e docilità, frutti dello Spirito Santo, dove il nostro fratello sta mancando. Per il suo bene non possiamo non correggerlo, ma con pazienza, calma, costruttività, dando a volte anche tempo al tempo e tempo al Signore di agire in quella persona. Non tutti hanno gli stessi tempi e non tutti hanno la stessa storia di vita. Ciascuna ha una propria storia personale che bisogna tenere presente con grande rispetto.


Ricordiamoci sempre che anche noi siamo mancanti e Dio ha infinita pazienza con noi, pertanto è giusto che anche noi portiamo pazienza verso gli altri che sono mancanti. Abbiamo sempre fiducia nell’opera di Dio che a volte percorre strade che noi non conosciamo o che non sono le nostre vie, Egli sa scrivere dritto in mezzo a righe storte, Egli è capace di tirare fuori l’acqua dal deserto. Con fede e pazienza, tutto è possibile a Dio, al momento che Egli vorrà. Perciò, portiamo pazienza.

Quarto punto: CHI PERSEGUITA I CRISTIANI, PERSEGUITA GESU’ STESSO.

Facciamo attenzione a criticare aspramente e senza carità fraterna i cristiani, perchè essi appartengono a Gesù Cristo, sono figli del Padre, pertanto perseguitando i cristiani perseguitiamo Cristo stesso. Esemplare a questo proposito l’episodio biblico in cui Saulo di Tarso (in seguito San Paolo) era diretto a Damasco per proseguire la sua missione di perseguitare, incarcerare e uccidere i cristiani.

“All’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti!” (Atti 9,4-5)

Che lo accettiamo o no, che ci dia più o meno fastidio, Dio ha scelto la sua Chiesa, Egli l’ha istituita e l’ha scelta così, peccatrice perché composta da uomini, Santa perché la Sua mano è su di essa per assisterla e accompagnarla affinchè gli inferi non prevalgano mai. Egli permette che vi sia sia il grano che la zizzania e alla fine verrà il tempo della mietitura, ma non spetta a noi. Noi abbiamo ricevuto un solo compito, quello di amare il nostro prossimo come Lui ci ha amati. Forse ancora ci manca qualcosa se ci permettiamo di criticare non costruttivamente gli altri, specie uomini e donne di Dio. Forse dobbiamo metterci in discussione e soprattutto metterci alla presenza del Signore. Fratelli, chiediamo a Dio di donarci i frutti del Suo Spirito affinchè possiamo essere sempre più somiglianti a Gesù nell’umiltà e nell’Amore.

Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé(Galati 5,22)

Per finire, questo passo della Lettera ai Galati di San Paolo credo riassuma bene quanto sopra scritto.

Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri troverà motivo di vanto: ciascuno infatti porterà il proprio fardello. Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce. Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede. (Galati 6,1-10)

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