Sconvolgente, neurochirurgo dopo il coma: “Sono stato in Paradiso”

Il Paradiso esiste, e non è una diceria ma qualcosa di ben concreto. Lo testimonia lo sconcertante racconto di un neurochirurgo.

esperienze pre-morte paradiso
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L’uomo ha vissuto un’esperienza di pre-morte in cui ha visto con i propri sensi, in maniera fortemente chiara e precisa, l’esistenza dell’aldilà. Di conseguenza le sue affermazioni non lasciano spazio a interpretazioni. “Heaven is Real”, il paradiso esiste.

L’esperienza pre-morte che non lascia spazio a dubbi

Lo ha spiegato anche il famoso settimanale americano Newsweek, con un titolo di copertina di certo non usuale per una testata generalista oggi. Eppure la notizia è così forte che c’era il bisogno di scriverlo a caratteri cubitali, di gridarlo forte e chiaro al mondo.

Il neurologo che ha vissuto questa esperienza si chiama Eben Alexander e fa parte della Medical School di Harvard. La sua storia è stata raccontata anche all’interno di un libro intitolato “La prova del paradiso: viaggio di un neurochirurgo nell’aldilà”, in cui si spiega nel dettaglio cosa è accaduto durante quella che generalmente viene indicata negli Stati Uniti come NDE “Near-Death Experiences”.

Una testimonianza sconvolgente e molto chiara sul Paradiso

La particolarità di questa testimonianza, però, è che non viene da un qualsiasi fervente cattolico, impegnato a spiegare in maniera apologetica a chi non crede che cosa sia e che cosa significhi il paradiso.

Stavolta, a doverne ammettere l’esistenza è un professore, uno scienziato, un neurochirurgo, figlio a sua volta di un neurologo. Qualcuno che per la professione che svolge, e per l’ambiente in cui è cresciuto e ha sempre operato, si trova ad essere di certo permeato nel profondo da un approccio dubitativo e razionalista.

La realtà supera ogni teoria preconcetta e porta alla verità

Eppure la realtà e l’esperienza superano ogni teoria e preconcetto. Non è la prima volta che si sentono racconti di questo tipo sull’aldilà, che ogni volta fanno particolarmente discutere. Il tunnel di luce alla fine del buio nel tempo è diventato un classico della narrazione, tanto nella letteratura quanto nel cinema.

Stavolta, tuttavia, è molto diverso. Lo scienziato di indiscutibile professionalità avrebbe vissuto sulla sua pelle la stessa identica esperienza, e ora è tornato per raccontarla a tutti, testimoniando la concretezza del Paradiso.

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Il racconto dello scienziato che prima non credeva al Paradiso

“Nell’autunno del 2008, dopo sette giorni di coma durante il quale la parte umana del mio cervello, la neocorteccia, era inattiva, ho sperimentato qualcosa di così profondo da darmi una ragione scientifica per credere nella vita dopo la morte”, sono le parole dell’uomo.

Eben ha 25 anni di esperienza alle spalle nel suo lavoro, un background del tutto solido e una fede cristiana invece non troppo salda prima di quel momento. Lui la definiva, scherzando, “non troppo praticante”. E ha sempre spiegato di non avere mai creduto alle testimonianze sull’aldilà, prima di averle provate su sé stesso.

“Ho sperimentato qualcosa di così profondo da darmi una ragione”

Un giorno Eben si svegliò con un profondo mal di testa. La situazione degenerò in poche ore e venne ricoverato in un ospedale della Virginia per una rara forma di meningite. Aveva poche speranze di sopravvivere in stati diversi da quello vegetativo, secondo le prime reazioni dei medici. Restò in come sette giorni, poi l’improvviso risveglio.

“Ho sperimentato qualcosa di così profondo da darmi una ragione scientifica per credere nella vita dopo la morte“, ha raccontato in seguito lo scienziato. Pochi giorni ricoverato in cui gli strumenti a disposizione dei medici non hanno registrato alcun segnale cerebrale, ma in cui l’uomo ha spiegato di avere intrapreso un lungo viaggio in un’altra dimensione, vivida e reale.

Lo scienziato è ora certo dell’esistenza dell’aldilà e del Paradiso

Ora lo scienziato è certo della possibilità di conservare la coscienza e la consapevolezza di sé anche dopo la morte. In quei giorni infatti i rapporti clinici spiegano che nel suo cervello non c’è stata alcuna attività a livello di neo-corteccia, smentendo quanti attribuiscono queste esperienze a un malfunzionamento proprio in quell’area del cervello.

La cosa più sconvolgente di tutte, però, è che la descrizione che l’uomo fa dell’aldilà è estremamente simile a quella descritta dalla fede cristiana. Eben si è trovato accerchiato da nuvole, da un cielo azzurro, esseri volanti simili ad angeli, attorniati da un canto glorioso proveniente dal cielo.

Nel Paradiso l’uomo ha incontrato una Donna bellissima

Lì ha incontrato una una Donna bellissima, che si è rivolta a lui e gli ha parlato, assicurandogli così che quanto stava vedendo era del tutto reale. Da quel momento, Eben ha cominciato ad avvertire in maniera profonda la sensazione di essere amato incondizionatamente.

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Risvegliatosi dal coma, lo scienziato ha deciso di abbandonare totalmente la precedente vita e professione per dedicare tutto il resto della sua vita a comprendere ciò che ha vissuto in quei sette giorni di coma. Lasciando stupefatti e non poco i colleghi e la comunità scientifica.

Giovanni Bernardi

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