NELL’ECOGRAFIA APPARE QUALCOSA DI STRAORDINARIO NEANCHE I MEDICI RIUSCIVANO A CREDERCI

Questa è la storia di una neo mamma inglese di 30 anni, Rebecca, che, mentre con gioia aspettava la venuta al mondo della sua piccola, affrontava la perdita della propria madre.

La madre, dopo una lunga battaglia contro un cancro ai reni, l’aveva lasciata, prima ancora che Rebecca si rendesse conto di essere incinta.

La sorte l’aveva quindi  privata del piacere di poterglielo raccontare.

A sei mesi di gravidanza, Rebecca si recò dal medico, per un controllo di routine al feto, e tutto sembrava procedere con regolarità.

Stranamente, però, le infermiere tardavano a portarle il referto con le immagini ecografiche, tanto le lei cominciò a preoccuparsi.

Finalmente arrivarono e, ciò che ebbero da dirle, non fu affatto preoccupante: la bambina stava bene, ma, accanto alla sua immagine, ne compariva un’altra, in alto a sinistra. Bastò uno sguardo perché Rebecca riconoscesse in quella sagoma il volto della madre!

“Non potevo crederci!”. “Sono rimasta scioccata, felice e sopraffatta tutto insieme.”. Lei, che avrebbe tanto voluto accanto la madre in quel momento così delicato e felice, era stata esaudita; le sue preghiere non erano rimaste affatto inascoltate, anzi, esaudite in un modo che non si aspettava.

Racconta che, insieme ai suoi 7 fratelli, non ha mai smesso di sentire accanto la madre, che tra l’altro aveva assistito al parto di altri 13 nipoti; ora, in qualche modo, era li, anche per la 14esima.

“Il volto di mia mamma, che avevo desiderato vedere, era lì chiaro come il giorno, nella mia ecografia.”. “In camera ho delle foto di mia madre e, prima di andare dal dottore, avevo parlato con lei, dicendole che avrei voluto che fosse con me.”.

Ora Rebecca dice che la sua storia potrà essere di conforto, per tutti coloro che hanno perso le persone care, perché mai dubitino della loro vicinanza, anche se non li vedono più.  

Certo, gli scettici potrebbero dire che si tratta di pareidolia, ossia di quel fenomeno psicologico per cui la mente umana interpreta le immagini non chiare, come familiari e riconoscibili (come si fa con la forma delle nuvole), ma Rebecca è sicura che la sua visione sia di origine spirituale.

Tra l’altro, lei non è la prima a cui è capitata una situazione del genere.

Ci sono stati tanti casi in cui, in queste sagome, si riconoscevano familiari o angeli, ma anche circostanze in cui si distinguevano immagini demoniache.

Bisognerebbe davvero indagare a fondo, su questo fenomeno.

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