Nella mia malattia testimonio Dio

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I santi sono in mezzo a noi, in molti casi conducono la propria vita in silenzio aiutando il prossimo con serenità e semplicità. Una strana convinzione fa credere a molti che essi siano in qualche modo diversi, ma così non è: tutti un giorno in base alla nostra fede e alle nostre azioni potremmo diventarlo e non c’è nulla o quasi di soprannaturale in questo processo.

In un periodo oscuro come questo, la luce radiosa della loro fede risplende, però, con maggiore vigore ed esempi sempre più ravvicinati si palesano ai nostri occhi, basti pensare a persone come Chiara Corbella, a Giulia Gabrieli, a Teresa Sammito, a Francesca Pedrazzini, a Marta Bellavista e a Don Fabrizio De Michino.

A questo elenco di nomi si è aggiunto di recente quello di Maria Chiara Mangiacavallo, una ragazza siciliana di soli 29 anni, che seguendo l’esempio di Chiara Corbella aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita ad aiutare gli altri. Seppur giovanissima, Maria ci ha lasciato il 13 marzo scorso per ascendere in cielo, dopo aver lottato strenuamente contro un tumore che l’aveva debilitata nel corpo ma non nello spirito.

La sua vita così come la sua malattia sono state vissute nella più assoluta fede nel Signore, e questo le aveva permesso di tenere un diario di quello che aveva passato, descrivendo la sua agonia tra Roma ed Assisi. In quello scritto si trova anche quello che possiamo definire il suo testamento spirituale, dove Maria prima di ascendere in cielo ha scritto: “Lascio a tutti quelli che leggeranno questo testamento la speranza, la speranza di godere della vita eterna, sia qui sulla terra che in cielo.
Quella speranza che racchiude in sé la gioia, la pace e l’amore. Non perdete tempo a pensare a cose superflue e senza senso, vivete ORA e ADESSO con Dio e solo così, pian piano, capirete quanto è bello vivere l’ORA e l’ADESSO per Lui”.

Chissà se anche noi guidati dalla speranza che Maria ci ha voluto lasciare riusciremo a condurre la nostra vita guidati dalla fede, se sul suo esempio vivremo ogni giorno come fosse quello precedente alla nostra ascesa in cielo così da avvicinarci a Dio prima di lasciare la vita terrena.

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