Nato con un’insufficienza renale sarebbe dovuto morire, ma Cosimo ha stupito tutti

Nato con un'insufficienza renale sarebbe dovuto morire, ma Cosimo ha stupito tuttiNei momenti bui bisogna avere fede e continuare a pregare! Questa la lezione che si trae dalla vicenda di Cosimo, bambino francese nato con un’insufficienza renale ed un rigonfiamento alla vescica che avrebbe dovuto causarne la morte poche settimane dopo la nascita. Il piccolo, invece, adesso ha superato l’emergenza continuando a vivere per la gioia dei suoi genitori e dei suoi fratelli. Quando Cosimo è nato (il 6 giugno 2017 a Parigi) i medici hanno immediatamente notato un rigonfiamento insolito sotto la vescica, dopo le analisi del sangue è stato chiaro che quel rigonfiamento non permetteva al neonato di urinare e smaltire le sostanze dannose al corpo. Questo aveva chiaramente effetti sui reni del piccolo che, dato il problema, sarebbero dovuti collassare nel giro di qualche settimana portando alla sua prematura morte.

Poco dopo la nascita il valore di Creatinina nel sangue di Cosimo era arrivato addirittura a 480 (nei bambini di solito si ferma a 40 punti e negli adulti a 120). Con quel valore il suo sangue si sarebbe presto avvelenato, per scongiurare il rischio di una morte istantanea, i medici lo hanno sottoposto alla dialisi, terapia che ha abbassato il valore della creatinina fino ai 270 punti. Nonostante questo l’aspettativa di vita del neonato rimaneva di qualche settimana. Superata l’estate i medici hanno voluto effettuare nuovamente gli esami del sangue ed hanno scoperto che la creatinina era scesa nuovamente, arrivando a 200 punti, a fine mese si è alla fine stabilita intorno ai 125. Cosimo era fuori pericolo di vita, anche se sarà costretto a vivere con l’aiuto delle macchine.

L’importanza della fede nel momento in cui è stata rivelata la diagnosi

La dura storia di Cosimo avrebbe piegato qualsiasi genitore, intervistata da ‘Aleteia‘ la madre del piccolo ricorda il dolore e la disperazione provati in alcuni momenti della giornata e spiega come la fede abbia giocato un ruolo determinante per non farle gettare la spugna: “ Quando ci si trova in una situazione simile sono possibili due reazioni: abbassate le braccia e dite ‘perché a noi?’, vi chiudete a riccio e vi rivoltate da Dio. Oppure, quando ci si ritrova con le spalle al muro, bisogna pregare, bisogna conservare la speranza. Bisogna saper contare sulle persone vicine, sulle famiglie e sugli amici. Grazie a loro di averci circondati così bene”.

La donna sottolinea che questa esperienza li ha avvicinati a Dio ed è convinta, così come suo marito, che sul suo piccolo ha sempre vegliato la Madonna: “Siamo persuasi che la Santa Vergine proteggesse Cosimo. Anche se fosse morto, sapevamo che l’avrebbe accolto vicino a sé”. Questa coppia non aspettava una miracolosa guarigione, ma aveva accettato che il destino del figlio fosse in mano al creatore e per questo (sebbene il dolore fosse insopportabile certe volte) non hanno mai abbandonato la speranza ed hanno sempre continuato a pregare.

Luca Scapatello

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