NATALE IN SOFFITTA
In Arabia Saudita, la versione della legge islamica è molto ligia e il Paese è pressoché fondamentalista, tanto da non vedere di buon occhio le influenze esterne, benché meno il Natale.
Nel 2015, si era verificata una sorta di “concessione” ai cristiani, in quanto era stato permesso loro, esclusivamente negli ospedali, di celebrare il Natale.
In quell’occasione, però, gli Imam spinsero i musulmani a non salutare più i non musulmani.
Nella Corea del Nord, è il comunismo che, dagli anni 50, osteggia gravemente il cristianesimo, tanto che ben oltre 50.000 fedeli risultano essere in prigione o nei loro crudelissimi campi di concentramento, solo a causa della loro fede in Dio.
Il dittatore Kim Jong-Un, poi, ha sottolineato il divieto di celebrare il Natale ed ha stabilito che, la notte del 24 Dicembre, il Paese celebri la nascita di sua nonna Kim Jong-Suk, ritenuta la “Sacra Madre della Rivoluzione”.
La Cina, nel mese di Dicembre, mostra molti centri commerciali addobbati del Natale, con tanto di numerosi Babbo Natale, ma tutto ciò è considerato solo un tema stagionale e un richiamo commerciale, nulla ha a che fare con il Gesù che viene, considerato addirittura un nemico spirituale della Patria.
L’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, qualche anno fa, pubblicò anche un libro che denunciava i pericoli più gravi per la Nazione: gli ideali democratici occidentali e la loro cultura;
la diffusione di Internet; la “frenesia del Natale”.
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