La straordinaria storia di Simona Atzori, nata senza braccia, sfida i limiti fisici con la sua resilienza dimostrando che la vera forza risiede nel cuore.

Nella vita non ci sono limiti, ci sono solo quelli che ci poniamo noi. È un grande esempio di vita la storia di Simona Atzori, sarda di origine (lo sono i suoi genitori), nata a Milano e residente a Gerenzano.
La donna, oggi 50enne, è una pittrice e ballerina classica. Nata senza braccia, ha mostrato come si possa essere incredibilmente resilienti e non porsi limiti, esprimendo a pieno il proprio essere e facendo tante attività.
Quello che in apparenza può sembrare un limite, non lo è, se impara a gestirsi e si ha fede. Laureata in arti visive alla University of Western Ontario, in Canada, ha ballato nel corso della cerimonia di apertura delle paralimpiadi 2006 di Torino, mentre nel 2012 ha calcato il palco del Festival di Sanremo, durante la performance del violinista David Garrett, con una coreografia di Daniel Ezralow.
Simona ha anche scritto un libro, edito da Mondadori, e intitolato: “Cosa ti manca per essere felice?“.
Simona Atzori: «Ringrazio Dio per avermi disegnata così»
In una vecchia intervista rilasciata durante il programma A sua immagine su Rai Uno, Atzori aveva raccontato come vive il fatto di non avere le braccia.

«Ringrazio Dio non per avermi fatta senza le braccia, ma per avermi disegnata così», aveva detto Atzori. «A me piace pensare che nel suo progetto divino, Simona doveva essere così, con le mie mani in basso che sono i miei piedi ma che sono appunto le mie mani. Nel libro dico proprio: non potrei avere quattro mani, perché i miei piedi fungono da mani, la maggior parte della giornata».
Alla domanda del conduttore che le aveva chiesto come facesse a ringraziare Dio per ciò che aveva, Simona aveva ribattuto: «Molto spesso si ringrazia Dio per quello che vogliamo avere, e a me piace ringraziarlo per tutto quello che mi ha dato, perché la mia vita è straordinaria. Attraverso la danza, la pittura, i miei incontri, ho la possibilità davvero di incontrare tante persone meravigliose e di dare un senso vero alla vita, quindi non di sopravvivere, ma vivere a pieno con tutte le sue sfaccettature. Mi piace pensare che la vita sia davvero a colori, e mi piace vederli tutti questi colori».
Il pensiero di fondo che costella la vita di Simona è che «nella vita tutto può essere fatto, e non c’è un modo giusto o sbagliato. C’è solo un nostro modo per fare le cose e questo è il mio per fare questa cosa e tante altre».
Simona Atzori a cuore aperto: ecco cos’è la croce, per me
Alla domanda su cosa sia la croce per lei, Simona ha risposto di vederla come un qualcosa di positivo. Per lei, è «simbolo di quello che viene dopo. La sofferenza è parte della vita di tutti noi». Per Atzori, la croce rappresenta ciò che è possibile fare poi, con ciò che si ha.
Una testimonianza che indubbiamente dà molta forza e che ci fa riflettere sull’importanza della fede, per guardare la vita dalla giusta prospettiva.