“Dio, ti prego, accoglimi”. Nadia si affida alle braccia di Gesù

Non riuscire a scoprire Dio e la sua grazia a causa del caos della vita che ci circonda. Nadia ha preso una drastica decisione.

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Nadia, per scoprire Dio, decide di trasferirsi in Giappone: “Mi ha preso per un braccio e mi ha portato dove sorge il sole”.

Nadia e il viaggio in Giappone

Per scoprire Dio, per sentirlo davvero vicino, per amarlo totalmente, Nadia ha preso una drastica decisione: quella di trasferirsi in Giappone. “Mi hai tirato un braccio fino al Paese dove sorge il sole per farmi arrivare all’Amore, a Te?” – questo è stato il primo pensiero della giovane, una volta intrapreso il viaggio.

Nadia, ragazza non credente, intraprende questo viaggio verso l’Oriente da semplice turista. Un vero e proprio giro del mondo alla ricerca della sua anima: “Avevo necessità di guardarmi intorno, mettere tutto in crisi. Vai a sapere che, poi, mi sarei trovata fra le braccia di Dio” – descrive, anche nel suo libro “Dove sorge il sole rinasce la vita”.

Nadia: “La mia vita mi stava stretta. Dovevo cambiare qualcosa”

Nadia, prima, abitava a Verona. Qui aveva una famiglia, un fidanzato, ma c’era comunque qualcosa che le andava stretto: “Non avevo mai guardato Dio. Non avevo ricevuto il battesimo e alle elementari mi ero sentita discriminata dai miei compagni perché non facevo la prima Comunione. A quel tempo, con la testa di una bambina, arrivai a credere che Dio non esistesse e che fosse solo un’invenzione per tenere buoni i bambini” – descrive.

Dopo la laurea, il viaggio in Giappone. Lì nuovi incontri, nuovi paesaggi, nuove amicizie, innescano in lei un qualcosa. Una serie di domande, ora, invadono l’animo di Nadia: “Dov’è il mio posto? Forse è qui?” – si chiede.

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La prima cosa che si rompe è il suo rapporto con Pietro, il suo fidanzato: “Senza quasi rendermene conto, cominciai a vedere Pietro con occhi diversi. Vedevo un ragazzo che non aveva voglia di cambiare nulla nella sua vita” – racconta – “Sentivo che Dio stava costruendo un vestito ad hoc per me, un po’ come un kimono giapponese”.

“Ero stanca e ho chiesto a Dio di accogliermi”

Dio si è fatto vicino in un incontro, in un giorno e in un’ora precisi. E’ accaduto il 5 gennaio. Ero tornata da poco a casa dal lavoro e mi ero seduta sul divano. Guardai il soffitto e rimasi in silenzio per alcuni istanti. Mi rivolsi a Dio. Gli parlai. Provai a dirgli ciò che sentivo: «Io comincio a credere che esisti.

Forse sei proprio tu questa pienezza? Se esisti davvero, ti prego, svuotami! […] Andai in chiesa e mi misi a guardare Gesù. Gli guardai le braccia. Erano tirate a destra e a sinistra. Quante volte mi ero sentita tirata nella mia vita, in mezzo a due posizioni contrastanti? Da lì non l’ho più lasciato” – conclude Nadia.

Un viaggio per incontrare e comprendere Dio, un viaggio che l’ha riportata a sentirsi vera figlia di un unico e solo Padre.

Fonte: aleteia.org

ROSALIA GIGLIANO

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