Un’accorata lettere, che suona come una richiesta di aiuto (e lo è in realtà), fa nuova luce sulla tragica situazione in Siria.
Anche l’Oratorio Salesiano ha sospeso le attività socio-educative a Damasco, ad Aleppo e a Khafroun, nel tentativo di mettere al sicuro i bambini e i ragazzi che li frequentavano.
Il Direttore del Centro Don Bosco di Damasco si chiama don Mounir Hanachi ed è lui che ci aggiorna sulla guerra civile: “Vi scrivo in questi giorni in cui la capitale della Siria vive momenti difficili. È sempre stato così, in questi sette anni di guerra in Siria, ma in questi giorni si soffre ancora di più. Vengono lanciati tanti missili e colpi di mortaio sulla capitale dal Ghouta, zona della periferia di Damasco piena di jihadisti dell’Isis e tanti altri gruppi islamici fondamentalisti che cercano di fare della Siria il loro califfato”.
Scrive ancora don Mounir Hanachi: “Tanti missili stanno causando tanti morti civili e bambini, tante scuole hanno chiuso le porte. É stato ordinato il coprifuoco in tutta Damasco. Tanta è la paura dalla gente e dei bambini”.
Il Paese è minato nella sua dimensione più importante, quella dell’umanità che viene dilaniata e privata delle attività quotidiane, che potrebbero rappresentare una piccola speranza di rinascita: “Anche noi dell’oratorio salesiano abbiamo sospeso tutte le attività. I ragazzi solitamente arrivano con i pullman all’oratorio, per cui può essere pericoloso fargli attraversare la città. Abbiamo detto a tutti loro di stare in casa, fino ad un miglioramento della situazione, che al momento non arriva.
Spero la mia voce possa giungere a tutti voi, voglio rompere il silenzio assoluto che avvolge la tragedia che sta vivendo il popolo siriano, per non parlare della manipolazione dell’informazione da parte di tanti mass media in Occidente”.
Molte delle forze militari, scese in campo da più direzioni, dicono di voler annientare i terroristi e ricostruire il Paese, ma la verità è che tutti i civili sono ridotti alla fame, non hanno elettricità, spesso nemmeno una casa in cui tornare a rifugiarsi; le vittime (tra loro molti bambini) non si contano più ed ora anche i cortili Salesiani cercano di chiudere al terrore, mentre aprono a tutti coloro che bussano, per chiedere accoglienza o da mangiare. Uniamoci alle preghiere di Don Mounir Hanachi, per chiedere rispetto per la vita, in Siria e altrove.
Antonella Sanicanti
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