I motivi per cui Monsignor Zanic diffidava delle apparizioni di Medjugorje

I motivi per cui Monsignor Zanic diffidava delle apparizioni di Medjugorje
(Photo credit should read ELVIS BARUKCIC/AFP/Getty Images)

In questi giorni la diocesi di Monstar-Duvno ha pubblicato sul proprio sito alcune dichiarazioni di monsignor Zanic su Medjugorje. Essendo il monsignore morto nel 2000, l’intento della pubblicazione di queste dichiarazioni è quello di diffondere i motivi che lo hanno condotto a diffidare della apparizioni sebbene in un primo momento ne fosse un convinto sostenitore. Le dichiarazioni di cui sopra sono risalenti al 1990, anno in cui una commissione della diocesi Jugoslava stava vagliando la veridicità del fenomeno, ed è lo stesso monsignor Zanic che spiega il motivo che lo ha indotto a scriverle: “Con questa dichiarazione desidero quindi aiutare la Commissione ad arrivare ad una decisione quanto prima possibile”.

Sono tre i punti salienti della dichiarazione; questi riguardano altrettanti episodi che lo hanno condotto a diffidare della veridicità delle affermazioni dei veggenti. Il primo è un episodio occorso ad una cena con il mariologo René Laurentin, durante la quale monsignor Zanic espose le proprie perplessità: “Mi chiese perché non credessi alle apparizioni. Gli dissi che secondo il diario di Vicka e le parole degli altri ‘veggenti’, questa ‘Signora’ ha parlato contro il vescovo. Laurentin rispose prontamente: ‘Non ditelo in pubblico, perché ci sono molti pellegrini e convertiti’. Fui scandalizzato da questa affermazione del ben noto mariologo”.

Il secondo episodio riguarda un presunto miracolo di cui parla spesso Mirjana e che per lui non era altro che una mera coincidenza: “Un mese dopo l’inizio delle ‘apparizioni’, andai a Medjugorje per interrogare i ‘veggenti’. Mirjana… Mi mostrò poi l’orologio su cui era avvenuto il ‘miracolo’ perché le lancette si erano guastate. Portai l’orologio da un esperto che disse che certamente era caduto e si era rovinato. Dopo averle restituito l’orologio le dissi di non menzionare che era capitato un miracolo. Tuttavia, in cassette registrate in seguito, lei continuò a dire che era avvenuto un miracolo con l’orologio”. Scrivendo di quell’episodio Zanic conclude con una domanda alla commissione: “Fino a che punto possiamo credere a Mirjana?”.

Il terzo ed ultimo punto è un racconto che nei primi giorni delle apparizioni si diffuse per tutto il paese bosniaco, la cui interpretazione fornita dai veggenti è contraria, secondo il parere di monsignor Zanic, all’insegnamento del Vangelo: “Si diffuse la voce che c’era un certo tassista che si era imbattuto in un uomo che era tutto insanguinato. Questi dette al tassista un fazzoletto insanguinato e gli disse: ‘Gettalo nel fiume’. Il guidatore poi incontrò una donna vestita di nero. Ella lo fermò e gli chiese di darle il fazzoletto. Egli le dette il proprio, ma questa disse: ‘Non questo, ma il fazzoletto insanguinato’. Egli le dette il fazzoletto che voleva ed ella poi disse: ‘Se tu lo avessi gettato nel fiume, ora ci sarebbe stata la fine del mondo’. Vicka Ivanković scrisse nel diario che chiesero alla Madonna se questo evento fosse vero ed ella rispose che lo era, ed anche: ‘L’uomo insanguinato era mio figlio Gesù, ed io (la Madonna) ero la donna vestita di nero’”.

Analizzando questo racconto monsignor Zanic si chiedeva retoricamente: “Che teologia è mai questa?”, quindi evidenziava il controsenso insito nel presunto accadimento: “Da ciò appare che Gesù vuole distruggere il mondo se viene gettato un fazzoletto nel fiume e che è la Madonna che salva il mondo!”. Cosa ne pensate della dichiarazione di Monsignor Zanic?

Luca Scapatello

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