Monsignor Paul Gallagher: la religione non è un optional

 

Stavolta è l’Arcivescovo inglese, Monsignor Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con la Santa Sede, a denunciare la moda che sta dilagando nei paesi nordici e non solo.
In una dichiarazione del 13 Luglio scorso, ha detto, parlando della nostra religione: “Viene relegata ai margini della società, può essere sostituita o corrotta dalla radicalizzazione e dall’estremismo”, mentre si trovava al Ministero degli Esteri italiano, per un incontro in difesa delle comunità religiose.
Ciò che si sta verificando in molte comunità religiose è davvero preoccupante: si vieta di parlare di Cristo, in nome della libertà di culto di ognuno, per evitare che un credo venga imposto sull’altro, ma poi si definisce la religione come un aspetto secondario della società, una possibile opzione e null’altro.
Papa Benedetto XVI aveva detto: “Oscurare il ruolo pubblico della religione significa generare una società ingiusta, poiché non proporzionata alla vera natura della persona umana”.

Ecco allora che, anche gli istituti educativi evitano (come se fosse la moda del momento) il discorso sulla spiritualità, preferendo quelli sulle coppie di fatto, i transgender, la libertà sessuale e di genere. Così non si fa altro che preparare i giovani, i figli di questa società, uomini e donne delle future generazioni, all’ateismo, all’estremismo, a sottovalutare il valore della propria anima e a venderla alla filosofia più in voga.
Dice ancora l’Arcivescovo Gallagher: “Ricorrono a Internet (…) per ottenere risposte ai loro dubbi più profondi”, “… uno strumento meraviglioso (ma) ha i suoi limiti: i luoghi di discussione e i forum online possono essere il brodo di coltura della radicalizzazione e dell’estremismo”.
Monsignor Gallagher parla di libertà religiosa, di libertà di credo, di coscienza e di espressione: “Queste libertà non possono essere liquidate”, per “difendere tutti i diritti umani fondamentali”.
E il nostro Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ribadisce: “Sono contrario a chi vuole che la libertà religiosa sia limitata alle pareti domestiche”.

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