Il mondo sta davvero precipitando verso l’Apocalisse?

In una società sempre meno cristiana, aumentano i richiami millenaristici che ci fanno pensare all’Apocalisse. Il cui vero senso, però, va cercato nelle Scritture. 

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Si parla spesso, e se ne è parlato molte volte nel corso della storia dell’umanità, della cristianità dell’Occidente. “Non possiamo non dirci cristiani”, era il celebre adagio del grande filosofo napoletano Benedetto Croce. Oggi, ci si chiede se questa affermazione possa essere ancora valida.

La nostra cultura è ancora cristiana?

Certamente lo è per quanto riguarda le nostre radici, la cultura da cui proveniamo, assolutamente innestata nella fede cristiana. Altrettanto probabilmente, però, lo è se guardiamo al modo di atteggiarsi oggi, nel presente. Quello che facciamo è cristiano, aderisce alla Parola di Cristo, al Vangelo, agli insegnamenti tramandati dalla tradizione cristiana?

Se guardiamo a molti aspetti dell’attuale società in cui viviamo, difficile pensare che i nostri atteggiamenti corrispondono alla morale evangelica. Si pensi alla finanza, all’individualismo dilagante, all’egoismo che molto spesso caratterizza i rapporti sociali fin nel profondo, senza contare il narcisismo che porta a essere più chiusi all’altro, meno aperti alla carità cristiana e alla verità del Vangelo.

Si punta a introdurre un’idea di uomo e di famiglia ben poco cristiana

Se si guardano poi le manifestazioni culturali, gli eventi mondani, la televisione, vediamo come spesso la cultura dell’individualismo sfrenato e arbitrario tenti di invadere la quotidianità dei cittadini con sempre più aggressività. Si vorrebbero imporre concezioni dell’uomo, della vita e della famiglia, come anche dei rapporti umani, ben distante da quello che leggiamo nelle Scritture e che Gesù ci ha indicato.

Tuttavia, il cuore dell’uomo è ancora bene aperto all’amore e alla carità cristiana. Il desiderio di Dio è infatti insito nel cuore di ciascuno, e non potrà mai essere eliminato. Va soltanto, piuttosto, riconosciuto, e per farlo c’è bisogno di educazione, di comprensione, di dialogo. Per i giovani, è necessario che questi siano educati a riconoscere la verità insita nel proprio cuore.

Senza Dio non siamo più liberi ma solo più soli

A testimonianza di tutto ciò, vediamo spesso le più basilari urgenze cristiane emergere dal fiume in piena del progressismo moderno, che ci vorrebbe sempre più “liberi” ed emancipati senza rendersi conto, o forse in maniera persino consapevoli, che ognuno di noi non è altro che sempre più solo, isolato, abbandonato, indebolito.

Ma quando la ragione si incrina, l’essere umano ha inscritti nel suo dna gli anticorpi per difendersi e rialzare la testa dal magma indistinto della società dei “diritti” che si trasformano in gabbie da cui è ben difficile uscire. L’uomo, oggi, sembra essere fuori controllo, ma allo stesso tempo è sempre più preda di ansie, paure, fobie, ossessioni profonde e dolorose.

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Il rischio di una civiltà da vero incubo

Nella società della finanza, del razionalismo esasperato e del controllo, il rischio di una civiltà da incubo, in cui ogni cittadino è controllato fin nella propria intimità da chi detiene il potere, è una realtà sempre più presente. Inquietudine che, molto spesso, si manifesta in forma di messianismo apocalittico, segno che il cuore pulsante della civiltà cristiana è ancora vivo, ma che tuttavia necessita di una risposta in linea con il messaggio del Vangelo.

Ovvero nel senso profondo dell’attesa cristiana e dell’Apocalisse come indicata nel Vangelo, dove si dice tra l’altro che nessuno conosce l’ora in cui avverrà la fine del mondo: “Quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno lo sa, né gli angeli del cielo, né il Figlio ma solo il Padre” (Matteo 24,36).

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L’Apocalisse ci invita a scacciare ogni giorno il male

Il grande teologo Sergio Quinzio spiegava che il senso dell’Apocalisse non risiede tanto nella redenzione ma nella consolazione rispetto allo scandalo del male. Se la storia è un continuo precipitarsi verso la catastrofe, Dio salverà coloro che continueranno ad avere fede fino all’ultimo. La lotta cristiana, in sostanza, è una lotta continua verso il nulla che avanza e che rischia di inghiottire l’umanità per sempre.

In un modo in cui si vivono soltanto le macerie di una fede che sembra sempre più in rovina, i credenti sono chiamati alla resistenza restando ben saldi su posizioni che, agli occhi del mondo, sembrano praticamente perdute. Ma i santi degli ultimi tempi non avranno affatto la necessità di conciliarsi con un mondo che sta cadendo nella distruzione, ma al contrario dovranno comportarsi come eroi in difesa della verità ultima.

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Mentre al contrario, se l’uomo moderno pensa di poter fronteggiare l’oblio che avanza con le stesse armi della cultura che rischia di gettarvi tutti dentro il rischio è che si presentino proprio quelle paure millenaristiche irrazionali, che mostrano il panico ma ben distante da ogni soluzione possibile, cristianamente intesa. C’è bisogno cioè di annunciare la Parola del Signore e richiamare l’umanità a convertirsi al suo amore infinito e misericordioso, l’unica fonte di salvezza che ci è veramente stata data.

Giovanni Bernardi

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