Il dolore atroce di Gesù per il tradimento di Giuda rivelato da una mistica

Commuove la sofferenza di Gesù per colui che considerava un amico: soffrì non tanto per l’affronto ma per il destino di dannazione eterna a cui andava incontro. 

Giuda e Gesù
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Meditando la Passione di Gesù, ci si potrebbe soffermare più facilmente sui dolori fisici che patì Gesù fino alla sua morte in Croce.

La mistica e Santa marchigiana Camilla Battista da Varano (9 aprile 1458 – Camerino, 31 maggio 1524), ha parlato a lungo invece dei dolori che Gesù patì spiritualmente nella sua Passione e che lui le rivelò.

Perché Gesù soffrì per Giuda

Gesù, nel narrarle i suoi patimenti spirituali, si sofferma anche su un dolore particolare ma anche tanto intenso per lui: su quanto Gesù soffrì per il tradimento di Giuda. Giuda, come gli altri undici apostoli, era stato scelto da Gesù per far parte della sua Chiesa e per seguirlo e portare il Vangelo ai popoli, nella carità e nell’obbedienza.

Sapeva però che un giorno lo avrebbe tradito nonostante tutto l’amore che gli aveva sempre manifestato. Il suo tradimento provoca in Gesù un profondo dolore; non tanto per l’affronto subìto, ma per il destino di dannazione eterna a cui andava incontro quello che per lui era stato un amico.

Il dolore di Gesù per il tradimento di Giuda

“Gesù aveva scelto Giuda Iscariota come apostolo insieme agli altri undici, anche a lui aveva concesso il dono di compiere miracoli e gli aveva dato particolari incarichi. Nonostante questo egli progettò il tradimento che, ancor prima che si realizzasse, lacerò il cuore del Redentore.

All’ingratitudine di Giuda si contrappose la sensibilità dell’apostolo Giovanni, che si sarebbe accorto della sofferenza del suo Signore, secondo quanto scrive la Varano in queste pagine cariche di profonda commozione.

“Ancora un altro sviscerato e intenso dolore mi affliggeva continuamente e mi feriva il cuore. Era come un coltello con tre punte acutissime e velenose che continuamente trapassava come una saetta e torturava il mio cuore amareggiato come la mirra: cioè la perfidia e ingratitudine del mio amato discepolo Giuda iniquo traditore, la durezza e perversa ingratitudine del mio eletto e prediletto popolo giudaico, la cecità e maligna ingratitudine di tutte le creature che furono, sono e saranno.

Considera prima di tutto quanto fu grande l’ingratitudine di Giuda.

Gesù piange la perdizione di Giuda

Io lo avevo eletto nel numero degli apostoli e, dopo avergli perdonato tutti i peccati, lo resi operatore di miracoli e amministratore di quanto mi veniva donato e gli mostrai sempre continui segni di particolare amore perché tornasse indietro dall’iniquo suo proposito. Ma quanto più amore gli mostravo, tanto più progettava cattiverie contro di me.

Con quanta amarezza credi tu che io ruminassi nel mio cuore queste cose e tante altre?

Ma quando venni a quel gesto affettuoso e umile di lavargli i piedi insieme a tutti gli altri, allora il mio cuore si liquefece in un pianto sviscerato. Uscivano veramente fontane di lacrime dai miei occhi sopra i suoi disonesti piedi, mentre nel mio cuore esclamavo:

‘O Giuda, che ti ho fatto perché tu così crudelmente mi tradisca? O sventurato discepolo, non è questo l’ultimo segno d’amore che ti voglio mostrare? O figliolo di perdizione, per quale motivo ti allontani così dal tuo padre e maestro? O Giuda, se desideri trenta denari, perché non vai dalla Madre tua e mia, pronta a vendere se stessa per scampare te e me da un pericolo così grande e mortale?

O discepolo ingrato, io ti bacio con tanto amore i piedi e tu con grande tradimento mi bacerai la bocca? Oh, che pessimo contraccambio mi darai! Io piango la tua perdizione, o caro e diletto figliolo, e non la mia passione e morte, perché non sono venuto per altro motivo’.

Queste ed altre parole simili gli dicevo con il cuore, rigandogli i piedi con le mie abbondantissime lacrime.

Però lui non se ne accorgeva perché io stavo inginocchiato davanti a lui con la testa inclinata come avviene nel gesto di lavare i piedi altrui, ma anche perché i miei folti lunghi capelli, stando così piegato, mi coprivano il volto bagnato di lacrime.

Il dolore di Gesù, come quello di un padre

Ma il mio diletto discepolo Giovanni, poiché gli avevo rivelato in quella dolorosa cena ogni cosa della mia passione, vedeva e annotava ogni mio gesto; si accorse allora dell’amaro pianto che avevo fatto sopra i piedi di Giuda.

Egli sapeva e capiva che ogni mia lacrima aveva origine dal tenero amore, come quello di un padre in prossimità della morte che sta servendo il proprio unico figlio e gli dice in cuor suo: ‘Figliolo, stai tranquillo, questo è l’ultimo affettuoso servizio che ti potrò fare‘. E io feci proprio così a Giuda quando gli lavai e baciai i piedi accostandomeli e stringendoli con tanta tenerezza alla mia sacratissima faccia.

Tutti questi miei gesti e modi non consueti stava notando il benedetto Giovanni evangelista, vera aquila dagli alti voli, che per grande meraviglia e stupore era più morto che vivo. Essendo egli anima umilissima, si sedette all’ultimo posto di modo che lui fu l’ultimo davanti al quale mi inginocchiai per lavare i piedi.

Fu a questo punto che non si poté più contenere ed essendo io a terra e lui seduto, mi buttò le braccia al collo e mi strinse a lungo come fa una persona angustiata, versando abbondantissime lacrime. Egli mi parlava col cuore, senza voce, e diceva:

‘O caro Maestro, fratello, padre, Dio e Signore mio, quale forza d’animo ti ha sorretto nel lavare e baciare con la tua sacratissima bocca quei maledetti piedi di quel cane traditore? O Gesù, mio caro Maestro, ci lasci un grande esempio.

Ma noi poverelli che faremo senza di te che sei ogni nostro bene? Che farà la sventurata tua povera madre quando le racconterò questo tuo gesto di umiltà? E ora, per farmi spezzare il cuore, vuoi lavare i miei piedi maleodoranti e sporchi di fango e polvere e baciarli con la tua bocca dolcissima come il miele?

O Dio mio, questi nuovi segni d’amore sono per me innegabile fonte di maggior dolore’.

Dette queste ed altre simili parole che avrebbero fatto intenerire un cuore di sasso, si lasciò lavare porgendo i piedi con molta vergogna e riverenza.

Ti ho detto tutto questo per darti qualche notizia del dolore che provai nel mio cuore per l’ingratitudine e per l’empietà di Giuda traditore, che per quanto da parte mia gli avevo dato amore e segni di affetto, tanto mi rattristò con la sua pessima ingratitudine”.

(Tratto da “Autobiografia e i Dolori mentali di Gesù” di Camilla Battista da Varano)

Elisa Pallotta

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