Si manteneva, quasi per inerzia, il culto a Maria e al Santissimo Sacramento, che veniva regolarmente esposto a Pentecoste e per i due giorni successivi.
Il 25 Maggio del 1608 era proprio il giorno di Pentecoste e il priore Don Sarron dell’abbazia di Faverney aveva preparato l’altare per l’Adorazione Eucaristica.
Dopo le ore 20:00, tutto era terminato; i fedeli erano tornati alle loro case e il frate/sagrestano spense i ceri e chiuse la chiesa, come al solito.
La mattina seguente, però, la trovò piena di fumo, con l’altare completamente bruciato.
La gente cominciò ad arrivare da tutte le parti, perché la notizia del miracolo si sparse velocemente. Tutte le chiese della zona e i loro fedeli e prelati si misero in preghiera.
Il 27 Maggio, quindi il giorno dopo, i Benedettini, insieme ad alcuni cappuccini intervenuti sul posto, scrissero una relazione per testimoniare il miracolo avvenuto.
Alla Santa Messa successiva, celebrata dal parroco nell’abbazia di Faverney, i ceri dell’altare cominciarono a spegnersi. Accadde per più volte, nonostante il sagrestano li riaccendesse.
Il parroco, intanto, aveva alzato l’ostia, per la consacrazione e, nell’abbassarla, anche l’ostensorio sospeso in aria si depose delicatamente sull’altare.
Antonella Sanicanti
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