L’Abate Henry Lacombe celebrava la Santa Messa: “Dopo l’elevazione, al momento del Padre Nostro, i miei occhi si sollevarono verso l’Ostia e vidi un’aureola luminosa intorno ai raggi dell’Ostensorio. Continuai la recita delle preghiere della Messa, con un forte turbamento nell’anima che però cercai di dominare. Arrivammo al momento della Comunione e di nuovo guardai verso l’Ostensorio. Stavolta vidi nell’Ostia un volto umano, con gli occhi abbassati, e una corona di spine sulla fronte. Quello che più mi commosse fu l’espressione dolorosa dipinta nel volto”.
L’Abate cercò di continuare la celebrazione, senza alcuna interruzione, per ciò che accadeva sotto ai suoi occhi e non si sapeva spiegare.
Finita la Messa, chiamò altre persone e, anche a loro, disse di guardare l’Ostensorio. Ecco cosa risposero: “Padre mio, vediamo la testa di un uomo nell’Ostia. È il buon Dio che si mostra!”.
Non vi erano più dubbi: “Man mano tutto il paese a ondate si riversò in chiesa per vedere il miracolo. Arrivarono anche dei giornalisti e gente dalla capitale Saint Denis. Il volto nell’Ostia improvvisamente si animò, la corona di spine era sparita. Usai tutte le precauzioni possibili e temendo l’effetto di qualche riflesso di luce, feci spegnere tutti i ceri e chiudere le imposte. Il fenomeno apparve ancora più nitido. Anzi, nell’oscurità i tratti di quel volto emanavano veri bagliori”.
Una delle ragazze presenti riuscì a dipingere il viso che si vedeva nell’ostia. Poi, l’immagine cambiò forma e divenne un crocifisso: “Dopo la benedizione eucaristica e la recita del Tantum Ergo la visione scomparve”. L’Abate raccontò di quel Miracolo eucaristico e dei tantissimi testimoni del prodigio, al Congresso Eucaristico di Angouleme del 1904.
Antonia Sanicanti
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