Raccontiamo uno dei miracoli attribuiti a San Filippo Neri, definito il secondo apostolo di Roma, per quanto aveva fatto per la cittĂ , allora immersa nella corruzione piĂą totale.
Il miracolo in questione si commemora, tutt’ora, ogni anno, il 16 Marzo. Accadde nel 1583 e fu narrato dal Principe Fabrizio della famiglia dei Massimo, anche alla causa di canonizzazione del Santo. Il Principe era un seguace assiduo del Santo, nonché padre di Paolo, la persona che usufruì del miracolo.
Il Santo accoglieva, nel suo Oratorio non solo i figli della povera gente, ma anche quelli dei titolati, bisognosi anch’essi di essere evangelizzati. Tra questi, c’era il Principe Paolo.
Paolo, ancora 14enne, si era ammalato e oramai era sul punto di morire. Erano 65 giorni che San Filippo Neri andava da lui per sostenerlo.
Il 16 Marzo di quell’anno, Paolo morì e San Filippo Neri non poté assisterlo nell’ultimo istante della sua vita terrena, perché occupato a celebrare la Santa Messa.
Appena possibile, lo avvertirono dell’accaduto, ma non poté fare altro che recarsi al suo capezzale, per pregare.
Il Santo sacerdote abbracciò il ragazzo, gli mise una mano sulla fronte e continuò a pregare incessantemente. Lo chiamava per nome, mentre lo aspergeva con l’acqua benedetta. Paolo si sveglio per qualche minuto e cominciò a parlare col Santo, che gli chiedeva se fosse morto serenamente.
Paolo rispose di essere con la madre e la sorella, morte prima di lui, dunque era sereno.
La stanza in cui avvennero questi fatti, al secondo piano del Palazzo Massimo alle Colonne, su Corso Vittorio Emanuele II, a Roma, è ora una cappella, che si può visitare, ogni anno. proprio il 16 Marzo.
Leggi – San Filippo Neri, il giullare di Dio: “State buoni se potete”
Antonella Sanicanti
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