Il Presepe è la raffigurazione della nascita di Gesù in una piccola grotta di una cittadina della Palestina, chiamata Betlemme. Tanti i volti più amati e miracolosi di Gesù Bambino da scoprire in un viaggio che ti scalderà il cuore.

Oggi, per tutti i cristiani, rappresenta il centro di tutta l’attenzione e della fede di questo momento e di questo periodo, con un particolare aspetto e assaggio di bellezza verso il Bambino Gesù.
E proprio il piccolo Gesù in diversi paesi e continenti, viene rappresentato e celebrato in maniera diversa. Scopriamo insieme come.
Gesù Bambino: tante le raffigurazioni in tutto il mondo, scopriamole
Maria, protagonista dell’Avvento e dell’attesa, Gesù protagonista del Natale: su di loro cade l’attenzione dei fedeli, di chi si inginocchia davanti alla rappresentazione della capanna e prega. In ogni parte del mondo, e a qualunque latitudine, il Natale viene sempre e comunque festeggiato, che ci siano credenti o meno.

Ma è la figura del Bambino Gesù ad attirare più di tutto l’attenzione: il piccolo nella mangiatoia che nacque in una stalla dove i suoi genitori cercarono riparo perché, per loro, “non c’era posto nell’alloggio”, come citano i Vangeli. Lui, così piccolo, protetto da Maria e Giuseppe e riscaldato da un bue e da un asino.
Così è venuto al mondo il Re dei Re, povero fra i poveri. E da secoli, l’iconografia classica ci rappresenta la natività in questo modo. Nel corso degli anni, però, sono stati tantissimi gli artisti che hanno dato una propria personale interpretazione della natività, tutte che sposavano (più o meno) ciò che era scritto nel Vangelo.
La prima rappresentazione a Greccio, passando per Messico e Filippine
Gesù Bambino, però in ogni parte del mondo, assume delle caratteristiche differenti, delle qualità che in alcuni caso si differenziano, anche se di poco, da quello originale. La più comune e quella più ricorrente è sicuramente quella del presepe di Greccio, voluto da San Francesco d’Assisi: Dio che si fa uomo, piccolo ma povero in una mangiatoia.
Ci sono anche, però, sparse nel mondo altre interpretazioni, come ad esempio il Bambinello di Praga: qui c’è l’iconografia di un Gesù benedicente come un Bambino Re. Si tratta di una piccola statua di legno, ricoperta di cera e dove Gesù è vestito con abiti regali, proprio da piccolo re.
Altra raffigurazione è quella del Santo Bambino di Atocha: immagine sacra diffusissima in Messico.Si tratta di un bimbo seduto, con abiti da viandante, con un cappello in testa e sandali ai piedi; con sé porta una conchiglia, che è il simbolo del pellegrino sul cammino di Santiago. È una devozione che nasce nel XIII secolo, quando la città venne conquistata dai Mori e il califfo ordinò che solo i bambini di età inferiore a 12 anni, potevano portare cibo ai prigionieri cristiani.

Alcuni dei condannati non avevano figli così piccoli e, quindi, la loro sorte era segnata: dovevano morire di fame. Un giorno, apparve un bambino misterioso, vestito come un pellegrino, che ogni notte portava cibo ai prigionieri senza figli. La gente di Atocha capì che era Gesù venuto loro in aiuto.
L’ultima rappresentazione è quella del Santo Bambino del Cebù, nelle Filippine. È una scultura regalata dall’esploratore Magellano alla regina del Cebù in occasione della sua conversione al Cattolicesimo e al Battesimo suo, del Re e di oltre ottocento sudditi. Ma non solo.

Anche in Colombia abbiamo la sacra icona del Divino Niño: un Gesù bambino con le braccia aperte, simbolo di amore e accoglienza. O ancora, in Perù e in Bolivia c’è il Niño Manuelito, ovvero Gesù bambino con tratti e abiti andini, inserito nella cultura locale. Diverse rappresentazioni, ma un unico protagonista: il piccolo Gesù.







