
La questione dei migranti, che da anni giungono sulle coste italiane con la speranza di aggrapparsi ad una vita migliore, più dignitosa, è argomento di discussione giornaliera, tra ogni schieramento politico in campo, a livello nazionale e internazionale.
I migranti che arrivano alle frontiere sono, infatti, spesso respinti dagli altri Stati della Comunità Europea ed ora anche da noi, probabilmente.
Premettendo che l’Italia è stata sempre disponibile ad accogliere e ad aiutare coloro che fuggono da guerre e miseria (e non ha intenzione di smettere), bisogna sottolineare che abbiamo, ora, bisogno, più che mai, di seri controlli, perché non entrino, insieme ai rifugiati, anche persone indesiderate e con la fedina sporchissima, come già accaduto.
A suo sostegno, vogliamo riportare la testimonianza di una di queste migranti, che da ragione al leader della Lega, neo Ministro dell’Interno, ponendo l’accento sulle problematiche di base.
La donna in questione, che ora lavora in Italia e si è integrata a tal punto da essere, come tutti noi, preda della frenetica corsa quotidiana per gestire figli, marito e quant’altro, racconta di aver sentito la notizia della chiusura dei porti, voluta da Salvini, e di aver pensato che ha sicuramente ragione a farlo.
“Io continuo a dire, a volte con profonda convinzione, a volte con molte perplessità, che in questo momento l’Italia non ha alternative. L’Italia non ha più risorse adeguate, per gestire questa immigrazione incontrollata cui assistiamo da cinque, sei anni”.
L’Italia deve ricaricarsi
L’Italia, il nostro Paese, necessita di prendere una posizione, di fronte al mondo intero, per salvaguardare se stessa e risollevarsi dall’indigenza galoppante, prima di poter aiutare altri, altrimenti rischia solo di offrire false speranze, fumo anziché arrosto.
E se oggi avessimo un politico coraggioso, in grado di urlare questo al mondo, forse potremmo ancora mettere ordine nelle nostre strade e nelle coscienze, anziché giocare ad essere buonisti, a discapito di chi ha davvero bisogno di fatti, non di parole.
Ed è davvero una vergogna che gli altri Paesi non ammettano, con un gigantesco mea culpa, di essersene cavati fuori anni fa.
Per non parlare, poi, delle persone senza scrupoli a cui, oggi, mancando i dovuti controlli, diamo occasione di agire indisturbati; dagli scafisti, a coloro che hanno abusato delle donne, a quelli che hanno ucciso uomini sul confine africano, per vendere i loro organi, sicuri che nessuno li avrebbe mai cercati.
Con questo modo sbagliato di essere caritatevoli, stiamo rendendo amara e vana la speranza di uomini e donne già disperati. Non stiamo affatto facendo il loro bene!
Antonella Sanicanti