
Quanto è arduo il mestiere del genitore? E quello del genitore cristiano?
Per esempio, sappiamo che sia l’autoritarismo che la permissività eccessivi sono delle condotte infruttuose, se non offrono nessuno schema comportamentale idoneo alla sana socializzazione dei più piccoli, perché alterano, per troppo rigore o, al contrario, per nessun rigore, la visione delle regole dello stare con gli altri, a partire dai genitori e dai fratelli.
Fondamentale -come in qualunque altro rapporto del resto- è, poi, che i genitori mostrino ai figli che alle parole devono seguire i fatti, poiché l’incoerenza genere sfiducia e delusione.
Ma l’accordo deve esistere, non solo tra il dire e il fare, quanto anche tra ciò che dice la mamma e ciò che dice il papà, per non rischiare di offrire un modo al bambino di poter bypassare le autorità genitoriali a piacimento.
L’iperprotettività, poi, come l’assoluta mancanza di regole impediscono che il bambino diventi autonomo e arrivi a concepire una propria idea della vita e del rispetto altrui.
Ed è necessario anche che un genitore riconosca che il figlio possa fallire, avere delle difficoltà, in modo da poter essergli accanto, non per giudicarlo incapace, ma per insegnargli come gestire l’impasse, comunicando su ogni argomento, anche sui pericoli della società e delle nuove tecnologie, ad esempio.
E, in una società che vede sempre più separazioni tra i coniugi, non bisogna dimenticare che troppi bambini vengono -forse inconsapevolmente- manipolati affettivamente, dall’uno o dall’altro genitore, o riempiti di beni materiali, per sopperire ad eventuali e presunti vuoti esistenziali, creati dalla mancanza di una famiglia unita.
Antonella Sanicanti