Si tratta di un emendamento costituzionale, per cui si aspetta l’approvazione della maggioranza degli Stati messicani.
A Città del Messico, l’interruzione volontaria di gravidanza venne resa legale nel 2007, ma, da allora, sono stati 18 su 31 gli Stati Federali del Messico che hanno cercato di “porvi rimedio”, con diverse e diversificate riforme costituzionali.
Rodrigo Iván Cortés ribadisce: “è un raggio di luce in un tempo molto oscuro”. Lui è il Presidente del Fronte Nazionale per la Famiglia ed auspica che tutti coloro che sono contrari all’aborto (dai liberi cittadini, alle associazioni pro life) possano fare fronte comune, contro le innumerevoli pressioni degli attivisti abortisti, che, molto ben organizzati, hanno disposto, in più Nazioni, i loro presidi e hanno iniziato da tempo la loro opera di convincimento delle masse.
Sia in Messico che in molte altre Nazioni del mondo, compresa la nostra purtroppo, il pericolo è quello di far passare per innocuo il concetto che l’embrione, il feto, non siano altro che materiale di scarto, una sorta di escrescenza nell’ utero materno, da gestire a piacimento della donna incinta.
Antonella Sanicanti
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