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Messa di Natale. L’inaccettabile invadenza dell’UE che vuole vietarla

Ieri sera è circolata la clamorosa indiscrezione: l’Ue vorrebbe impedire le Messe a Natale. È l’ennesimo attacco inaccettabile alla libertà religiosa in Europa.

La stampa italiana ha riportato la notizia che domani l’esecutivo Ue diffonderà delle raccomandazioni in cui si sconsiglia di partecipare alle celebrazioni religiose in presenza, tra cui la Messa di Natale. Secondo queste voci, le linee guida anti-Covid della Commissione Europea chiederanno agli Stati membri di proibire le Messe di Natale o comunque di celebrarle con un numero minimo di fedeli.

La notizia è stata subito smentita dal portavoce dell’Ue

Ma in mattinata la Commissione europea si è affrettata a smentire la notizia. Il portavoce della Commissione europea Stefan de Keersmaecker ha spiegato ad Adnkronos che la Commissione “non intende proibire alcuna funzione religiosa”, né avrebbe “la competenza per farlo”. In quanto, “la libertà di culto è prevista dalla Carta dei diritti fondamentali”.

Il portavoce ha poi voluto precisare che la settimana scorsa il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas ha incontrato i leader religiosi di varie confessioni. Nel confronto in cui si sarebbe discusso anche delle celebrazioni natalizie. In questi, secondo il portavoce si sarebbe respirato un clima di “ottima cooperazione“.

Il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen – photo web source

L’inaccettabile ingerenza verrà probabilmente ritirata indietro dall’Ue

Con molta probabilità, quindi l’idea che era emersa in ambiti europei verrà subito ritirata a causa del giusto scandalo che si è venuto a creare tra la popolazione, tanto incredula quanto furiosa per la notizia di un’indebita e vergognosa ingerenza europea nella vita religiosa del popolo dei fedeli.

Tuttavia, resta il dubbio su una questione che se fosse vera sarebbe certamente di una gravità assoluta. L’intromissione dello Stato nelle questioni religiose è già di per sé insopportabile, che lo faccia un organismo extra-statale come la Commissione europea, peraltro con una legittimazione democratica praticamente inesistente, rappresenta una vera e propria aberrazione, conseguente da una intromissione assolutamente inaccettabile.

Il documento inaccettabile ideato dall’Ue

Sia il Vaticano che la CEI finora sono sembrati pienamente disponibili ad avallare tali decisioni. Ma lo sconfinamento delle stesse in un assoluto arbitrio statale ai danni della libertà religiosa chiamerebbe necessariamente a una risposta ferma e corale. Si sono già infatti cominciate a sentire delle voci, come quella di monsignor Camisasca, assolutamente critica rispetto a tutto quello che sta succedendo.

photo web source

Il documento in questione si chiama Stay Safe Strategy (Strategia per stare sicuri). L’idea che al proprio interno ci sia la raccomandazione agli Stati di valutare di “non permettere la celebrazione delle messe”, oppure di “considerare di evitare cerimonie religiose con grossi assembramenti, sostituendole con iniziative online, in tv o alla radio”, mette i brividi.

Un attacco deliberato e inaccettabile alla libertà religiosa in Europa?

Si tratta di un vero e proprio attacco deliberato alla fede e alla libertà religiosa, poggiato su un piano di eliminazione di ogni forma di culto? Insomma, siamo di fronte a un nuovo ateismo di stato, un totalitarismo di stampo tecnocratico, con governi non eletti che impongono ai popoli la non partecipazione ai riti religiosi in nome di una vaga e non ben precisata tutela della salute?

I dati dicono infatti apertamente che le chiese sono i luoghi in cui è più improbabile venire contagiati. La quasi totalità degli altri contesti quotidiani espone al contagio ben più delle messe, dai trasporti pubblici ai luoghi di lavoro, alla scuola, esercizi commerciali o sportelli pubblici di ogni genere. Le misure prese all’interno delle Messe non sono garantite nella pratica in nessun altro luogo. In chiesa invece sì.

Il vescovo Camisasca – photo web source

L’unico dato scientifico: le Messe sono del tutto libere dai contagi

Durante le Messe le disposizioni sanitarie vengono applicate e rispettate scrupolosamente e nei minimi dettagli. Basta entrare in qualsiasi altro luogo, dalla scuola alle poste o sugli autobus, per vedere chiaramente che la situazione è ben diversa. Cioè molto più incontrollata o incontrollabile. Quindi, ci si chiede, quale sarebbe la ragione di un simile provvedimento?

Nessuna, se non una presa di posizione del tutto ideologica. Il che prova che la posta in gioco non è tanto la salute e la lotta al Coronavirus, ma la libertà religiosa. L’ingerenza dello Stato nella vita della Chiesa rischia di farsi sempre più forte e, di conseguenza, insopportabile. E più i vescovi stanno in silenzio, più lo Stato calpesta i piedi alla fede, allargandosi nelle richieste più improbabili. Come quella di impedire la celebrazione di Natale.

Mons. Camisasca alza la voce in difesa della libertà

“Io come cittadino sono attentissimo a ciò che lo Stato mi chiede e voglio assolutamente salvaguardare la salute mia e quella dei miei fratelli”, ha detto il vescovo di Reggio Emilia, monsignor Massimo Camisasca, intervenendo al programma tv Quarta Repubblica.

“Però nello stesso tempo non voglio uno Stato che entri a regolamentare quello che la Chiesa deve decidere. Quindi ci deve essere su questo punto una forte attenzione sui significati simbolici, culturali e di fede di ciò che la Chiesa vive”.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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