La Cei rassicura: le Messe di Natale si svolgeranno “nella piena osservanza delle norme”. Una risposta netta a chi parla di rischio contagi, inesistenti, nelle chiese.
La Cei risponde quindi alle voci circolate in queste ore, che vorrebbero un divieto delle Messe di Natale sancito addirittura a livello europeo. Celebrare Messa col popolo è quindi del tutto possibile, e lo si può fare in tutta sicurezza. Checché ne dicano tecnici, scienziati, esperti e politici di ogni risma.
Le parole della Cei: “Celebrazioni in totale sicurezza”
Sono le parole pronunciate da Mons. Mario Meini, pro-presidente Cei, durante l’apertura dei lavori del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Liturgie e “incontri comunitari sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza”, ha spiegato. Il che mostra chiaramente “come sia possibile celebrare in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme. Siamo certi che sarà così anche nella prossima solennità del Natale e continuerà ad essere un bel segno di solidarietà con tutti”.
Meini ha preso atto che “in questi giorni ha avuto notevole risonanza mediatica la questione degli orari delle celebrazioni natalizie, particolarmente l’ora della Messa nella notte di Natale”. Di fronte a ciò, la pandemia “non deve scoraggiarci”, ha affermato il religioso. Perché le Messe sono luoghi assolutamente sicuri e fuori da ogni rischio.
L’invito dei vescovi italiani a trovare spazi di preghiera
Perciò “dobbiamo rinnovare l’impegno verso il valore unico dell’amore, come ci ricorda Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti”. Guardando anche alle condizioni di povertà e difficoltà bruscamente generate dalla pandemia. “Soprattutto quest’anno l’Avvento e il Natale chiedono uno sguardo nuovo di cura nei confronti delle povertà materiali, psicologiche e spirituali diffuse nella società”, spiega il religioso. “È appello alla rinascita”.
In tutto ciò, i Vescovi italiani chiedono di valorizzare momenti di preghiera in famiglia in vista del Natale. “I tempi di Avvento e Natale costituiscono un’occasione favorevole per trovare spazi di preghiera, capaci di sostenere e dare senso alla vita quotidiana”, è quanto osserva Meini. Magari anche attraverso il web e i social.
Il ruolo delle tecnologie digitali a supporto di fede e preghiera
“Preghiera individuale e comunitaria, comunque intensa, eventualmente anche utilizzando alcune possibilità offerte dalle tecnologie digitali. Il confinamento ha fatto emergere l’opportunità della preghiera domestica, che si è inserita nelle case – talvolta gravate da preoccupazioni per la malattia, il lavoro, la scuola… – favorendo l’incontro tra i coniugi, tra i genitori e i figli, tra le diverse generazioni. Sarà importante – dice – dare continuità e moltiplicare queste esperienze, con la famiglia credente che esprime la sua vocazione nel trasmettere la fede”.
Già nei giorni scorsi, d’altronde, una risposta alle questioni poste sulla liturgia di Natale era arrivata dal direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, il giornalista Vincenzo Corrado.
La risposta del portavoce della Cei sulla sicurezza nelle chiese
Corrado, rispondendo alle richiesta di chiarimento, aveva infatti spiegato che “la Conferenza Episcopale Italiana avrà modo nei suoi organismi istituzionali di monitorare la situazione epidemiologica e confrontarsi sulle modalità di celebrare i riti natalizi in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme, come finora avvenuto. Un segno prezioso di prossimità verso tutto il Popolo di Dio ricordato anche nel recente Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia”.
Dopodiché è intervenuto anche il vicepresidente della CEI, monsignor Antonino Raspanti, era in precedenza intervenuto sul tema con un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. A suo avviso, infatti, l’orario della messa nella notte di Natale non sarà un nodo particolarmente complicato da sciogliere. Per la ragione che anticipare la Messe non costituisce un problema, dal punto di vista liturgico.
Raspanti: “Spostare l’orario della Messa non è un problema liturgico”
“La festa del Natale inizia con i primi Vespri del Natale; solitamente la notte nella liturgia latina si fa iniziare dopo le 18-19 e terminare intorno alle 5 del mattino seguente; quindi la Messa della notte di Natale può essere celebrata in una delle ore notturne. L’eucaristia delle ore 23-24 è tradizionalmente la più suggestiva, ma già da anni sia il Papa che tante parrocchie l’hanno anticipata: chi alle 22, chi alle 21,30, chi alle 21. Dipende dalle necessità pastorali del luogo”, ha detto mons. Raspanti.
“Poiché le nostre comunità stanno osservando bene le regole della sicurezza, non è necessario chiudere le chiese. Si rivelano luoghi abbastanza sicuri; questo non ci deve far abbassare la guardia, ma dobbiamo richiamare al rigore sulle norme di prevenzione del virus”, ha continuato il religioso nell’intervista.
Le chiese sono uno dei pochi ambiti a non avere registrato focolai
Sottolineando che le chiese sono “uno dei pochi ambiti a non avere registrato – a oggi – focolai”. Ma che allora stesso tempo “la gente è venuta molto meno a messa nelle ultime settimane. Il calo è drastico“, ha affermato Raspanti.
Per cui il suo consiglio è di recarsi senza alcuna preoccupazione a Messa. “Tranne a chi è malato o ha delle fragilità, invito i credenti a frequentare le liturgie e i sacramenti”, ha concluso Raspanti.
“So di molti parrocchiani che sono in salute ma sono spaventati e si stanno trattenendo a casa: non possiamo “condannare” queste persone, perché le loro preoccupazioni sono comprensibili. I pastori della Chiesa incoraggino la partecipazione, ma senza “frustare” nessuno”
Giovanni Bernardi