La triste vicenda accaduta a Genova, in via Prè, nel cuore del centro storico cittadino. I vigili hanno multato la persone in fila alla mensa dei poveri.
Erano in fila per ricevere un pasto caldo, eppure per i vigili non ci sono stati sconti. Anche di fronte al dramma della povertà, della miseria, della fame e dell’indigenza, sono valse le indicazioni anti-Coronavirus. Gli assembramenti sono vietati, così è arrivata la multa.
Coronavirus: i vigili non si fermano nemmeno di fronte alla povertà
Uomini e donne ridotte in stato di povertà, che si trovavano davanti al circolo che distribuisce pasti ai meno abbienti, si sono visti infliggere anche la sanzione da parte dei vigili, perché colpevoli di assembramento. La vicenda ha scandalizzato e indignato molti cittadini, che giorno dopo giorno stentano a comprendere il senso delle restrizioni e l’illogicità crescente del modo in cui vengono applicate.
Gli agenti sono tuttavia intervenuti al seguito delle numerose e costanti lamentele da parte dei residenti e dei comitati. In quella strada, infatti, non bastasse, ci sono anche gli spacciatori che si mischiano a queste povere persone che vogliono solamente ritirare qualcosa da mangiare.
Multa per assembramento, ma erano poveri in fila per un piatto caldo
La Polizia locale ha reso noto quanto accaduto attraverso un comunicato. “Nel corso dei controlli nel centro storico per garantire il rispetto delle normative di prevenzione dal Covid le pattuglie della Polizia locale sono intervenute in via Prè dove era in atto un assembramento in prossimità del circolo che distribuisce pasti ai meno abbienti”, è quanto si legge.
Le persone sanzionate sono state diverse. Alcune, erano colpevoli di essere in coda. Altre, di non avere la mascherina. Ci si chiede perciò a che punto siamo arrivati, e come è possibile che sotto i propri occhi si materializzi, ogni giorno, segnali di quella che rappresenta una vera e propria deriva, sotto molti aspetti, umani e sociali.
Dall’attenzione agli ultimi e ai poveri si vede il livello di una civiltà
Che società è una in cui non si ha alcuna attenzione verso i poveri, gli ultimi, gli scartati? Persone che hanno cioè già avuto grandi difficoltà dalla vita, e che ora si trovano doppiamente umiliati. Una società che non riconosce il dolore e la sofferenza degli ultimi è una società che non ha contezza del presente, e che quindi non ha davanti nessun futuro.
Il comandante della polizia municipale Gianluca Giurato ha provato a spiegare l’accaduto, specificando l’impegno messo da parte loro nel cercare di fare volgere al meglio la situazione. “Dopo le segnalazioni per diversi giorni siamo andati a sensibilizzare le persone dicendo loro di rispettare le norme anti-Covid”, ha spiegato. “Ma nonostante tutto hanno continuato a non rispettare la legge e siamo dovuti intervenire”.
La protesta del direttore di Migrantes a Genova
Daniele Marzano, fondatore di Veriamici, ha spiegato: “I vigili ci hanno sempre aiutato”. Tuttavia, sono stati proprio loro a chiamarli in diverse occasioni, per chiedere aiuto nello svolgimento delle attività caritative. “Siamo stati anche noi a chiamarli e a chiedere aiuto durante la distribuzione dei pasti. Ma la fila spesso si interseca con la zona dello spaccio. Noi abbiamo messo i distanziamenti a terra, forniamo le mascherine a chi le ha vecchie o a chi non ne ha proprio”.
Tuttavia, a questo fa seguito la rabbia di don Giacomo Martino, direttore di Migrantes a Genova. “Uno dei motti delle forze di polizia è di proteggere e servire”, ha ricordato il sacerdote. “La legge giusta va applicata guardando la situazione, altrimenti diventa ingiusta“, ha così voluto precisare il religioso.
Il bisogno di maggiore umanità e di attenzione delle istituzioni
Quello di cui ci sarebbe bisogno, in questi casi e in momenti come questi, sarebbe invece molta più attenzione da parte delle istituzioni. Per permettere, in tutta sicurezza, a queste persone in difficoltà di poter accedere a un pasto senza perdere la propria dignità, e senza mettere in pericolo la propria sicurezza e quella del prossimo.
“In questo momento è necessario usare l’umanità e anche le associazioni se hanno bisogno di aiuto per gestire le emergenze devono chiedere aiuto. Le stesse istituzioni devono ‘sporcarsi’ le mani con le associazioni, le devono coinvolgere di più. Solo così si può superare un momento duro per tutti, senza puntare il dito contro nessuno”.
Giovanni Bernardi