Medjugorje: il Santo Padre ha aperto una grande porta

Che cosa ha messo in evidenza la Conferenza Stampa di oggi a Medjugorje sul Festival dei Giovani 2019? E’ un avvenimento molto importante e significativo perché raduna il più grande numero di pellegrini.

Medjugorje
Medjugorje: Mons. Henryk Hoser e padre Marinko Sakota alla Conferenza Stampa di apertura del Festival dei Giovani 2019

Durante la Conferenza Stampa da poco conclusa, in occasione dell’apertura del Festival dei Giovani 2019, con la presenza di Mons. Henryk Hoser, visitatore apostolico permanente per la Santa Sede, e padre Marinko Sakota, parroco di Medjugorje, è stata evidenziata l’importanza del Festival internazionale dei Giovani, che quest’anno compie 30 anni.

“Siamo qui per un momento significativo – ha affermato Mons. Hoser – il Festival dei Giovani, è un evento che unisce il più grande numero di pellegrini, e significativo perché i pellegrini sono i giovani e rappresentano il nostro futuro migliore, sono la nostra speranza. È eccellente anche dal punto di vista musicale, la liturgia sarà accompagnata dai canti del coro internazionale, composto da ben 95 musicisti provenienti da 24 diversi Paesi.

Medjugorje: è la 30a edizione della sua storia.

Il primo Festival dei Giovani è stato iniziato da padre Slavko Barbaric con un piccolo gruppo di giovani e anno dopo anno è cresciuto. Un evento che mette insieme le risorse umane che sono a disposizione su questo territorio. Medjugorje è una semplice parrocchia non ha nessun’altra nomina, non è né santuario, né basilica, accoglie tutti i parrocchiani, le persone dei paesi vicini e il mondo intero.

Durante tutto l’anno arrivano pellegrini da tutto il continente, almeno da 80 Paesi. Dal punto di vista materiale Medjugorje non è niente di speciale, offre un paesaggio, semplice naturale. Ma diventa punto di ritrovo di pellegrini da tanti Paesi e situazioni assai differenti. Qui ritrovano l’unità, scoprono che siamo tutti figli e figlie dello stesso Padre, e figli e figlie della stessa Madre. E qui siamo tutti sotto l’azione dello Spirito Santo, a questo influenza assisterete durante il Festival dei Giovani.

I giovani in particolare – prosegue Mons. Hoser – scoprono una dimensione spesso dimenticata, cioè la dimensione spirituale della vita. E’ la più importante e costitutiva della persona e si chiama dimensione verticale che è ben rappresentata qui dai due monti: la Collina del Podbrdo e il Krizevac dove bisogna salire, andare verso l’alto.

Medjugorje: i punti focali sono tre

La chiesa consacrata a san Giacomo, protettore dei pellegrini, la collina del Podbrdo consacrata alla Madonna e il monte Krizevac consacrato a Dio Redentore, sono il triangolo santo di questo luogo. Per essere vissuta bene, esige il tempo, bisogna passare qui almeno una settimana, per vivere il programma diversificato che offre al centro il Rosario, la Messa e elemento molto importante, l’adorazione eucaristica.

Il fenomeno di Medjugorje sono le Confessioni, tanto che è definito Confessionale del mondo. Qui ci si confessa in tutte le lingue. Qui la gente scopre cos’è il Sacramento della Misericordia di Dio, della Riconciliazione, che ci dona la pace del cuore.

Il motto della 30a edizione del Festival dei Giovani è “Seguimi”. Questo è il messaggio che vuole lanciare al mondo questo festival. Ogni giovane ha il desiderio della pace, e questa pace i giovani la trovano proprio alla sequela di Gesù

Infine, Mons. Hoser ha ricordato il comunicato della Santa Sede diffuso dal 12 maggio scorso, autorizza l’organizzazione dei pellegrinaggi da parte delle diocesi e la possibilità a vescovi, cardinali di partecipare e di celebrare in modo solenne. Ciò che avviene proprio in occasione del Festival dei Giovani quest’anno.

Questo significa che il Santo Padre ha aperto una grande porta su Medjugorje, e siete tutti i benvenuti – ha esclamato Mons. Hoser.

Simona Amabene

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