Medjugorje: guarita dal liquido che trasuda dal Cristo Risorto

Il liquido che fuoriesce dal ginocchio del Cristo Risorto di Medjugorje è miracoloso?

A Medjugorje le autorità competenti stanno ancora indagando, ma, ad oggi, non trovano una spiegazione per quel fenomeno.

Medjugorje - Cristo risorto

A quel liquido sono state già attribuite delle proprietà taumaturgiche, tanto che i pellegrini che si recano a Medjugorje imbevono delle tovagliette da portare con se. La statua in questione è una scultura in bronzo, posta dietro la Chiesa di San Giacomo e che trasuda dal 2001.

Cristo risorto: la guarigione di Julie Quintana

Julie Quintana proveniva da Los Angeles e, come molti altri, si era avvicinata al Cristo risorto per raccogliere un po’ di quel liquido. La signora, però, portava con se un male incurabile: un tumore al seno. Mentre compiva quel gesto, sentì un calore al petto. Ecco cosa ha raccontato, in seguito: “Il mercoledì prima del mio viaggio a Medjugorje, ho avuto una biopsia al seno.

Ho anche ricevuto i risultati dei test, che hanno rivelato un polipo nel mio utero e cellule pre-tumorali. Non ho potuto vedere uno specialista e avrei dovuto aspettare fino al mio ritorno dal pellegrinaggio. Dunque, sono andata a Medjugorje in uno stato di torpore, ero stordita, chiedendomi  come mai  avevo intenzione di affrontare un viaggio in un momento del genere”

“Uno dei tanti bei doni di Medjugorje, in piedi a pochi metri dietro la Chiesa di San Giacomo, è una statua di Cristo crocifisso, che trasuda dal suo ginocchio destro, continuamente da molti anni.  (…) Ho messo una goccia di olio al centro del mio seno destro, appena oltre dove c’era un grappolo di calcificazioni nelle condotte, dove la biopsia era stata fatta”.

“Siamo tornati, poi, per una biopsia mercoledì (il 15 di Giugno) e, dopo una settimana, ho ricevuto una relazione che diceva che il mio tumore al seno era benigno. Poi, ho visto gli specialisti: “Non c’è niente”, hanno detto, “assolutamente nulla. Non c’è polipo e le cellule precancerose sono completamente sparite”.

Antonella Sanicanti

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