Medjugorje ecco cosa è accaduto realmente il Primo Giorno..

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René Laurentin, Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje

PRIMO GIORNO

Mercoledì 24 giugno 1981

Mercoledì 24 giugno 1981: festa di san Giovanni Battista, il solstizio, ma il cielo è imbronciato.
Verso le 3 del pomeriggio, quel giorno, due adolescenti, la bruna Ivanka Ivankovic (15 anni) e la bionda Mirjana Dragicevic (16 anni), fanno una passeggiata sulla strada di Podbrdo, così chiamata perché costeggia il Piede-della-collina di Crnica (300 metri di altezza), dove una rara vegetazione spinosa cerca di sopravvivere tra il pietrame grigio, a sud-ovest del villaggio.

Scappatella a Podbrdo

Non amano parlarne, perché la Vergine le ha prese alla sprovvista. Esse portavano di che fumare di nascosto. A forza di raccogliere e di infilare foglie di tabacco, che sono la grande risorsa di questo villaggio contadino, i giovani vengono presi dalla curiosità di farne l’esperienza: birichinata a tutti nota e da tutti tollerata. Ma, in occasione di un interrogatorio, il vescovo ha reso la cosa traumatizzante:
— Voi avete giurato davanti a Dio di aver detto tutta la verità — disse loro in sostanza. — Se avete omesso qualche cosa, vi renderete colpevoli di peccato mortale e di sacrilegio.
Il futile episodio del tabacco, che esse avevano omesso perché insignificante, è risalito allora alla memoria come un’esalazione infernale, con un tanfo persistente di colpevolezza. Mi ci son voluti dei mesi per farmene parlare senza scappatoie: sempre l’una rimandava all’altra che era assente.
E poi, che sconvenienza mescolare la Madonna a questa misera storia passata!
Ivanka alla fine se ne è liberata con il sorriso, il 25 giugno 1986, scusandosi di avermi indotto, prima, in errore.
Dunque: esse avevano in tasca non le foglie di tabacco che infilano durante l’estate, bensì un pacchetto di sigarette acquistate al negozio. Ne hanno lanciata qualche boccata verso i cespugli, mentre chiacchieravano lungo la strada di Podbrdo.
Ivanka e Mirjana sono delle ragazze come le altre, «né migliori né peggiori di altre», secondo una loro espressione. Ivanka, alta e bella, ha già un pretendente, come s’è saputo nel villaggio. Ma il suo cuore non è in festa. Ha perso la madre solo due mesi fa. È un gran vuoto… e ciò significa anche molto lavoro in casa, perché la nonna, molto anziana, non può fare tutto.

Quel 24 giugno c’erano tutte e due, ma dovevano essere tre. Doveva partecipare alla passeggiata anche Vicka Ivankovic, che ha qualche mese più di loro (16 anni).
— Durante l’estate stiamo sempre insieme — ci spiega.
Le due cittadine, Ivanka di Mostar, nata a Biakovici, e Mirjana, di Sarajevo, la cui nonna abita qui, si trovano bene con Vicka, l’anima della brigata. Ma è dovuta stare tutta la mattina a Mostar per delle ripetizioni di matematica: in preparazione dell’esame di riparazione nella scuola tessile che frequenta. È tornata a casa a mezzogiorno, spossata dal lavoro e dal caldo, in un autobus pieno zeppo.
— Dorme — disse la sorella Zdenka.
— Peggio per lei! Ci raggiungerà dopo.
Ivanka e Mirjana hanno lasciato un messaggio per lei alla mamma Zlata: «Appena ti svegli, raggiungici a casa di Jakov». Il tempo è uggioso, nuvoloso. La pioggia della mattina è cessata. Le due ragazze che se ne vanno a passeggio non immaginano lontanamente le strade nuove sulle quali le porterà questa loro passeggiata.
Ed ecco che tornando verso il villaggio, nei pressi della casa di Vicka, al piccolo crocevia dove la strada risale di nuovo verso le prime case di Biakovici, avviene l’imprevisto, discretamente, sotto un cielo grigio: l’appello di una luce sulla collina.
Solo Ivanka ha guardato. Vede un profilo di donna, lontano, distante e sfumato, là in alto, — forse a duecento metri.
Perché questa sconcertante apparizione afferra la sua vita?
— Guarda, la Gospa! (cioè la Madonna) — mormora la ragazza.
Essa dice questo per identificare, verificare, qualcosa che la supera, più che per partecipare una buona notizia.
— Non può essere la Gospa — replica Mirjana, più intellettuale, futuro ingegnere agronomo.
Non guarda nemmeno. L’ipotesi è sgradevole. Se fosse la Santa Vergine, forse non sarebbe contenta della scappatella delle sue figlie… non certo più devote di altre. Ma la Gospa, ad ogni modo, è la «Gospa». Non si fanno scherzi.

Con Milka, la pastorella

Nonostante l’incomprensibile attrazione, in tutte e due prevale la paura. Tornano sui loro passi, tutte e due, in fretta e rientrano al villaggio. Passano a casa di Milka, 12 anni, una vicina.
Milka è l’ultima di sei Pavlovic. I tre fratelli più grandi lavorano in Germania. Ha anche due sorelle: Ruzica, già sposata, e Marija, 16 anni, la penultima.
Milka è la custode del gregge.
— Venite ad aiutarmi a riportare le pecore — chiede loro.
Il gregge sta pascolando in un magro campo, sulla strada dell’apparizione che costeggia la base della collina, 300 metri più in là, verso Silici e Krizevac, dopo la curva, a destra dalla parte del piano.
Tornano quindi sulla stessa strada tutta curve di Podbrdo, scendono verso il luogo dell’apparizione, dove non accade nulla, poi la strada sale leggermente. Dopo la curva, Milka apre il graticcio che chiude il muro di pietre a secco, sulla destra. Le dodici pecore si affrettano belando sulla strada familiare del ritorno a Biakovici. Milka le segue di buon passo, mentre le altre due rimangono indietro.

Di nuovo la Gospa

A duecento passi da là, poco dopo la curva, in direzione del villaggio, Ivanka si ferma. Ecco di nuovo la signora della luce. Adesso la vede meglio di prima. Sta sempre lassù, troppo lontano perché possa distinguere il viso. Come poco fa, è lei che ha visto per prima. Ma questa volta, Mirjana guarda e vede anche lei. Il suo cuore sussulta.
Il profilo giovanile grigio plana su una piccola nube vicino al suolo. Per quanto si può vedere, porta sul braccio destro un bambino.
Le due ragazze fanno segno a Milka che le precedeva. Essa spinge avanti il gregge, e lo lascia poco lontano dalle prime case del villaggio. Le pecore conoscono la strada, e non c’è pericolo che vadano altrove. Senza correre, essa raggiunge le altre due, che sono a meno di duecento passi. Anche lei vede il profilo lontano.
Che vuol dire tutto questo? La signora di luce fa cenno con la mano: Avvicinatevi! Ma non ne hanno il coraggio.
Esse si interrogano a vicenda e fanno qualche passo verso il villaggio, per verificare se vedranno ancora. Da questa visuale un poco diversa, la Gospa è sempre là, luminosa, sulla piccola nube che le serve da piedistallo.

Dove Vicka perde i sandali

Ed ecco che Vicka arriva. Poco fa, la sorella Zdenka si è ricordata che le altre due erano venute a cercarla e l’ha svegliata.
— Alzati, fai tardi a scuola!
È uno scherzo! Ma Vicka si ricorda della passeggiata. Ormai s’è ripresa. Parte alla ricerca delle altre due, prima (secondo il messaggio) dalla madre del piccolo Jakov (zia di Mirjana), alla fine della stradina che va verso Medjugorje.
— Sono ripartite verso Silici…
Vicka prende anche lei la strada di Podbrdo. Eccole. Le tre ragazze, rivolte verso la collina, le fanno segno con la mano e quando è più vicina:
— Vicka guarda lassù… la Vergine! — gridano.
— Ma che hanno? Che stanno guardando? — si chiede Vicka. Quale Vergine? È uno scherzo? O hanno visto un serpente?
Vuole trovare tutto questo ridicolo; com’è possibile che la Gospa si prenda la briga di venire a Biakovici? Ma la cosa la turba, dall’interno. Ne perde i sandali:
— A piedi scalzi me ne sono scappata, correndo come una matta.
Giunta al villaggio, si è fermata. Scoppia in singhiozzi. L’esclamazione delle altre due: «Guarda la Vergine!» le è entrata nel cuore.
— Non sapevo né cosa fare né dove mettermi!
Perché allora tanta voglia di tornare là, proprio mentre correva a rifugiarsi in casa?

Strada facendo incontra i due Ivan:
— Dragicevic (16 anni), bruno, timido, figlio di Stanko.
— Ivankovic (20 anni), slanciato e atletico, figlio maggiore del defunto Jozo.
Il primo porta delle mele in una borsa di plastica.
— Ne vuoi?
— Al diavolo le mele!
— Vieni con me! — chiede a Ivan Dragicevic che conosce meglio.
Parla attraverso le lacrime che non cessano. La presenza di questo ragazzone calmo la rassicura.
— Dicono che vedono la Vergine. Io non voglio vederla. Voglio solo essere laggiù.
Vi ritorna, infatti, e questa volta, vede! Ivan Dragicevic vede anche lui, ma viene preso dalla paura. Scavalca un recinto, dall’altra parte della strada, e lascia cadere la borsa delle mele.
— Vedi qualcosa? — gli chiede Vicka…
Ma lui è già scomparso.
— Vedi qualcosa? — ripete all’altro Ivan.
— Qualche cosa di bianco, che si muove — risponde, perplesso e turbato; prima di sparire anche lui.
— E tu Milka? — continua Vicka, comunicativa.
— Vedo la Vergine — risponde Milka radiosa.
Vicka guarda, affascinata: era il profilo di una bellissima giovane donna. Teneva sul braccio destro… un bambino, senza dubbio. Si occupava di lui. Lo copriva, poi lo scopriva… A più riprese, ci ha fatto segno con la mano.
Vicka non osa avvicinarsi. E nemmeno le altre. Sono le sei e mezzo. Il cielo cupo contrasta con il profilo luminoso.
L’apparizione quel giorno non ha detto nulla. È rimasta a distanza. Vicka ha guardato per 5 o 6 minuti. Poi la paura ha preso il sopravvento di fronte a questo mistero che permane.
— Sono scappata un’altra volta.
— Dove?
— A casa mia, sicuro! Ero felice e nello stesso tempo spaventata. Avevo paura ma ero contenta. Arrivata a casa mi gettai sul divano e non finivo più di piangere.
Le altre sono rimaste 5 o 6 minuti dopo di lei.

Dubbi e scetticismo

Poco dopo Vicka va a trovare Marija, sorella di Milka, sua vicina:
— Abbiamo visto la Vergine!
Marija sorride con indulgente scetticismo.
— Avreste dovuto afferrarla — scherza un’altra.
L’avventura che non possono fare a meno di confidare, non viene presa sul serio:
— Cari ragazzi, voi sognate.
— Avete visto dei dischi volanti?
— Qualcosa non funziona nelle vostre piccole teste!

Ivan Ivankovic (20 anni) è venuto a malincuore; ha visto solo una forma indistinta, prima di scappare. Si sente umiliato di essere invischiato in questa avventura puerile. Domani non verrà. Gli dà fastidio parlarne.
— Non mi va di pensarci, tutto questo mi dà un senso di confusione — mi ha ripetuto il 3 novembre 1984.

Anche per Milka è l’unica apparizione. Ma lei quel giorno ha visto bene, anche se a distanza:
— Non distinguevo il volto — mi ha precisato, facendomi visitare i luoghi, il giorno del 5º anniversario.
— Te ne ricordi bene?
— Eccome!
— Ma dopo cinque anni!
— Cinque anni, è oggi — dice la ragazza con uno sguardo interiore.
Dopo lunghe conversazioni che diventano sonnolente, le ragazze s’addormentano in pace, nella luce discreta di questa giovane madre vestita di sole e coronata di stelle.

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