Massimo Giletti: La promessa che ho fatto a mio padre, prima di morire

Adesso che il padre è scomparso, Massimo Giletti gestirà l’azienda di famiglia, rispettando una promessa che fece al genitore quando era ragazzo.

Nato in una famiglia abbiente, Giletti è stato abituato sin da piccolo a lavorare in fabbrica ed ora è pronto a raccogliere il testimone dal padre.

Ad inizio 2020 Emilio Giletti, padre del noto conduttore televisivo Massimo, è passato a miglior vita. Una perdita, quella del presentatore, che lo ha colpito tantissimo e che ha cambiato di fatto la sua vita. Non solo perché è venuto a mancare un pilastro della sua infanzia, ma anche perché da quel giorno le redini dell’impresa di famiglia sono passate nelle sue mani. Dell’azienda si occupano i fratelli da anni, ma lui aveva deciso di intraprendere un’altra strada poiché da ragazzo aveva avuto qualche screzio proprio con il padre.

Screzio che con il passare del tempo era stato dimenticato. Negli ultimi anni, infatti, Massimo aveva stretto un legame molto intenso con il genitore ed il loro rapporto era cambiato al punto che era arrivato a considerarlo quasi un fratello. Proprio in virtù di quel rapporto oggi ha deciso di mantenere fede alla promessa che gli aveva fatto da giovane. In quella occasione il padre gli aveva ricordato un episodio felice dell’infanzia e poi gli aveva detto: “Ora però il regalo devi farmelo tu: giurami che, quando non ci sarò più, tornerai qui e manderai avanti la fabbrica con i tuoi fratelli”. Lo promise ed ora è giunto il momento di rispettare quella promessa: “Lo farò – spiega al Corriere della Sera – non sarà semplice però è nei momenti difficili che capisci chi sei”.

Massimo Giletti: “Mio padre? Severo, ma anche autoironico”

Il rapporto con il padre è stato difficile soprattutto quando era bambino. Nell’intervista concessa al ‘Corriere’, Giletti spiega: “Da bambino ero legatissimo alla mamma e lui era… beh, piuttosto allegro sentimentalmente. La vedevo soffrire. Fu per me un dolore intenso, difficile da perdonare”. Crescendo, però, ha cominciato a vedere gli errori del padre sotto una diversa luce: “Da grande certi comportamenti li rivedi con un altro sguardo. Negli ultimi anni è stato più un fratello che un padre, se ci si vuole bene ci si ritrova sempre”.

Quella severità e quei comportamenti difficili da accettare, erano alternati ad altri di ilarità e complicità: “Per quanto inflessibile, era simpatico, autoironico. Ricordo quando ci prendeva la ridarella… La domenica mi portava a pranzo a San Bononio da un suo amico operaio e mi toccava bere il latte di mucca appena munto che mi faceva senso”.

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Luca Scapatello

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